domenica 30 novembre 2014

RENZI E LA ROTTAMAZIONE DELLA SINISTRA ITALIANA

RENZI E LA ROTTAMAZIONE DELLA SINISTRA



"Un principio familiare a chi fa propaganda è che le dottrine da instillare nel pubblico non dovrebbero essere enunciate perché questo le esporrebbe alla riflessione, all'indagine e, molto probabilmente , al ridicolo. La procedura corretta è valorizzarle dandole costantemente per scontate , in maniera tale che diventino vere e proprie condizioni del discorso" Noam Chomsky




Questa frase mi sembra emblematica per definire il metodo con il quale si è voluto iniziare il processo di  destrutturazione e dissoluzione  della sinistra 

Contesto storico 

Sembra che dal momento della caduta del muro di Berlino , e dalla successiva  dissoluzione della Unione Sovietica , si sia insinuato il principio che, scomparsa l'URSS, che del comunismo appariva per l'appunto il simbolo,  automaticamente venisse a scomparire il Comunismo stesso e quindi per estensione la Sinistra nel suo complesso, nella forzata immagine che il Comunismo così' come era stato interpretato nell'URSS fosse l'unico modo di '"essere" di  sinistra

Nella civiltà della comunicazione, e quindi della sua possibile manipolazione, la parola che definisce un principio puo' essere fatta identificare con il principio stesso , e quindi con una propaganda efficace spesso puo' essere sufficiente giocare sulle parole per pilotare la percezione dello stesso  principio.

Il sillogismo che si è creato in questo caso, quindi,  è partito da un fatto oggettivo, e cioè il crollo di un regime , che dell'ideologia comunista era il simbolo,   per arrivare  a dichiarare morto il comunismo stesso , quindi per estensione la ideologia che lo aveva generato.

In estrema sintesi, la scomparsa di un simbolo della  contrapposizione di due ideologie veniva identificata con la scomparsa delle ideologie stesse. 

E questo purtroppo sembra essere stato accettato da molti, e per molte persone di sinistra è divenuto motivo di confusione e di perdita di identità -

Tuttavia, la  effettiva scomparsa di una ideologia presuppone che siano venuti meno i motivi che l'hanno originata, ovvero che siano scomparsi tutti coloro che ne condividevano i valori. Ma se noi definiamo l'ideologia come il " il complesso di credenze, opinioni, rappresentazioni, valori che orientano un determinato gruppo sociale." allora vale la pena di riflettere su cosa rimanga oggi di quello che storicamente ha generato la sinistra e quindi su cosa significhi essere di sinistra oggi .

L'idea di sinistra nasce  dalle teorie marxiste, che hanno avuto la evoluzione che sappiamo , ma che traevano la loro origine da un bisogno di contrastare la oppressione di regimi tirannici, di dare un nome al disagio di un popolo schiavo, di contrastare una cultura che attribuiva le differenze di classe al volere divino o a necessità storiche, a tradizioni ataviche, ad un destino ineluttabile

La filosofia di Marx nasceva in un momento nel quale il pensiero stesso di poter  cambiare la condizione del popolo, dei servi della gleba, era percepito probabilmente come osceno e blasfemo. In fin dei conti, i sovrani venivano definiti tali per volontà divina, ed a cascata tale era il motivo dell'ordine delle cose , quindi  per poter pensare di sovvertire questo ordine c'era la necessità di dare all'idea rivoluzionaria un vestito morale , una giustificazione etica .-

È chiaro che questa idea , una volta accettata, è divenuta un qualcosa di incontrollabile che ha rotto tutti gli equilibri con esiti devastanti ed imprevedibili. Ha provocato la caduta di regimi, simbolismi e schemi di comportamento, ed  ha avuto una evoluzione imprevedibile 

La applicazione delle idee di Marx ,cosi' come prima ancora  gli  eventi rivoluzionari che avevano visto il popolo proletario ribellarsi alla oppressione di oligarchie e plutocrazie, se vogliamo già dalla rivoluzione francese  ed in generale tutti i movimenti che cercavano di perseguire un ideale di maggiore equità e giustizia sociale, erano partiti con l'idea di creare un mondo nuovo e nuovi schemi di comportamento. . Schemi che pero'  avevano dimostrato nella pratica tutti i limiti di un pensiero che faceva fatica ad evolvere e che quindi finiva per ricadere negli schemi oppressivi dei regimi che voleva abbattere, basti pensare al Terrore durante la rivoluzione francese, o alla drammatica evoluzione delle Rivoluzione di Ottobre in Russia nel 1917 che ha finito per degenerare nella dittatura di Stalin. Episodi storici che a mio avviso non debbono sdoganare l'idea che il pensiero di sinistra sia sbagliato, ma semplicemente che non abbia ancora trovato la via giusta di crescere.

Innanzitutto, quindi bisognerebbe comprendere quale sia la essenza del pensiero di sinistra. Come già detto, le idee che noi definiamo di sinistra e che hanno determinato l'evoluzione storica del comunismo come noi lo conosciamo, sono nate dalla esigenza di contrapporsi a regimi oppressivi e di restituire dignità, prospettive e speranze alla area più' vasta della popolazione, il popolo o proletariato .  

Lo hanno fatto in modo violento, perché non si conosceva altro modo, ma l'intento di partenza nasceva da una richiesta di giustizia sociale. Ecco quindi che l'idea del pensiero di base rimane, rimane una idea di giustizia sociale che si contrappone ad una idea di destra classista e padronale. 

Rimane una idea di eguaglianza , che si contrappone alla idea di destra di un paternalismo padronale che regola i rapporti sociali sulla base di concessioni e non di diritti. Ora, la caduta dei simboli principali delle ideologie di sinistra ha generato ne l popolo della  sinistra una crisi di identità. 

Crisi di identità che nasce pero' principalmente  dal fatto che nel corso del novecento si sono persi di vista i valori che hanno generato il pensiero di sinistra perché essi sono stati sostituiti dai simboli. E perduti i simboli non si è stati in grado di recuperare le fila di quelle che sono i bisogni di base ai quali il pensiero di sinistra doveva dare una risposta. Il fatto che l'URSS si sia occidentalizzata, che se ne sia modificato il regime , che sia  caduto il muro non significa che sia terminata l'oppressione , che non esistano più le masse sfruttate da pochi, che non esistano più' gli asservimenti, le persone senza diritti a fronte di poche persone dotate di immensi privilegi . E' evidente che la globalizzazione, la possibilità di delocalizzare le produzioni in Paesi dove non ci sono tutele per i lavoratori, la possibilità di importare senza vincoli e di conseguenza l'impoverimento del mercato del lavoro anche  nei Paesi  maggiormente progrediti , in assenza  di politiche di protezione, sta velocemente impoverendo la classe media che sta scomparendo, sta enormemente aumentando la massa dei poveri , sta creando di nuovo come agli inizi del secolo enormi masse di persone senza ricchezza e senza diritti , mentre per converso aumenta l'arroganza delle persone di potere anche in regimi considerati "democratici" 
Questa crisi di identità del popolo della sinistra, derivante dalla scarsa capacità di analisi e dalla perdita di memoria storica, ha a sua volta creato un vuoto culturale e politico che ovviamente altri si sono preoccupati di riempire. 

Contesto italiano attuale 

Da noi in Italia questo vuoto temporaneo ha molto probabilmente   favorito l'ascesa ed il grande successo del Berlusconismo, fenomeno che  affonda certamente  le sue radici  la cultura e nella storia della destra ma che sarebbe sbagliato identificare con la destra italiana perché di essa ha soltanto estrapolato ad arte alcuni concetti, utili a creare seguito e consenso che pero'  non possono essere considerati valori  in senso assoluto, specie nel modo distorto nel quale sono stati poi utilizzati. . 

Tuttavia, per quanto della destra debba essere considerato un  fenomeno parallelo, il Berlusconismo ha avuto buon gioco nell'introdurre nel dibattito politico e culturale italiano una equazione assiomatica , che individua in  chi vi è contro un soggetto che è contro la destra, quindi di sinistra, quindi comunista, laddove il termine comunista viene inteso nel senso più' becero, il comunista dipinto dalla propaganda clericale dell'immediato dopoguerra, il diavolo che mangia i bambini, il sodale di Stalin, il fanatico accecato dall'odio contro il capitalismo che predica l'esproprio proletario, la morte dei borghesi eccetera. Il cattivo, insomma. Non a caso la propaganda berlusconiana ha prodotto storture aberranti e mistificazioni che sono arrivate sino alla definizione di "partito dell'amore" (!)del PDL da contrapporre al "partito dell'odio" che genericamente include tutta la sinistra

Concetti forti , di grande impatto emotivo che, come tutto il messaggio mediatico del Berlusconismo in realtà crea i presupposti  per una nuova ideologia, alternativa alle ideologie considerate defunte, e che in parte conta proprio sulla nostalgia di chi di queste ideologie si è sentito orfano. Una ideologia  incentrata su un culto quasi religioso della personalità del Capo (meno male che Silvio c'è, Forza Italia, i Circoli della Libertà , il Polo della Libertà eccetera) su cerimoniali pagani quali il giuramento a Silvio dei nuovi eletti, su simbolismi che richiamano in maniera artefatta a principii  assoluti, quali la libertà, la Patria, il bene del paese, la volontà degli Italiani, concetto che è stato con una notevole forzatura esteso dal ristretto gruppo delle persone che hanno votato il partito risultato vincitore delle elezioni a tutti gli Italiani , estendendo in questo modo a tutti gli Italiani la paternità della elezione di Berlusconi

Questa ideologia alternativa da una parte,  e la  martellante ghettizzazione ideologica del concetto di "gente di sinistra" dall'altra hanno contribuito a produrre disorientamento e confusione tra coloro i quali sentivano dentro di se dei valori e desideravano trovare un luogo nel quale condividerli.

Luogo che non si è concretizzato , o si è concretizzato solo in parte nel PD , divenuto  un contenitore anonimo di idee molto diverse tra loro , creatura artificiale nata dalla esigenza di creare un soggetto unico che potesse essere protagonista del cosiddetto bipolarismo, ambito che pero' è divenuto per molto tempo  territorio di dominio del  PdL.  

Oggi

La caduta del governo Berlusconi , ed i successivi esperimenti "tecnici" Monti e Letta, hanno contribuito a diluire l'attenzione nei confronti della  appartenenza ideologica, dell'etica politica, declinate in favore della esigenza di riprendere una guida del Paese. Ed è precisamente in questo punto che è emerso Renzi

Renzi

Renzi il quale ha cominciato ad utilizzare tutti gli strumenti neonati della politica, il senso di urgenza (da cui la politica del "fare" ) la propensione  a non guardare troppo per il sottile l'etica privilegiando l'urgenza, l'assuefazione del popolo all'idea di un uomo solo al comando, e soprattutto  la novità di un linguaggio veloce nel quale l'arroganza viene contrabbandata  come capacità di decidere, la prepotenza come volitività , e nel quale chiunque non lo omaggia e non la pensa come lui viene liquidato come "vecchio" che si oppone al "nuovo" ( che lui dovrebbe rappresentare,) che avanza., si  è proposto come nuovo protagonista storico di questo cambiamento 

Ma in quale direzione va questo cambiamento ? Renzi ha cavalcato il disorientamento del popolo della sinistra per introdurre concetti "nuovi" con il pretesto di indicare una nuova via ad una "nuova sinistra" . Ha incominciato a sradicare concetti e principi basilari con il pretesto di "innovare" . Ha cercato di fare passare concetti totalmente antitetici con il pretesto del "Nuovo " che avanza . Uno per tutti il fatto che la sinistra non dover preoccuparsi solo dei lavoratori ma anche degli imprenditori , citiamo una frase emblematica "Chi fa l'imprenditore, fa l'eroe perché crea posti di lavoro. Chi crea posti di lavoro confrontandosi con mercati dove si paga l'energia il 30% in meno, con meno tasse e burocrazia, chi fa l'imprenditore è un eroe. E' essere di destra? Io credo che sei di sinistra se c'è un posto di lavoro in più, non uno in meno, una speranza in più, e se ci sarà da cambiare cambieremo, la sinistra che non cambia si chiama destra."  E poi ancora più' indicativa la frase " "Noi oggi abbiamo detto con serenità che gli imprenditori sono dei lavoratori e non dei padroni e che la sinistra si candida a rappresentarli".( settembre 2014) 

Renzi ha cercato di introdurre il concetto che" è di sinistra " rappresentare gli imprenditori assieme ai lavoratori , concetto totalmente assurdo perché sono due parti sociali con esigenze fortemente divergenti, tra le quali la politica dovrebbe mediare, non possono esser parti omogeneizzate in un unico contesto, perché è chiaro che nel tema del lavoro, cioè il loro terreno di incontro/scontro , gli imprenditori la parte forte ed i lavoratori la parte più' debole, in una ipotetica unione è chiaro che si formerebbe una piramide ai cui apici si troverebbero gli imprenditori ed alla base i lavoratori senza più' possibilità di vero confronto. Del resto, non a caso la Legge 300/1970, denominata Statuto dei Lavoratori prevede espressamente che in talune situazioni Lavoratori e Datori di Lavoro non possano trovarsi nella medesima associazione (il fenomeno del Sindacato Bianco) proprio perché questo creerebbe un conflitto di interessi, destinato a risolversi nell'esclusivo interesse dei Datori di Lavoro.  Renzi ha cercato di introdurre il concetto che " è di sinistra " abolire l'art.18 della legge 300/1970, minando alla base lo Statuto dei Lavoratori perché è "vecchio" , come se i diritti dei lavoratori fossero passati di moda. Renzi cha cercato altresi' di insinuare che " è di sinistra " finanziarsi con cene alle quali partecipano imprenditori facoltosi, in grado di pagare 1000 euro a testa, che " è di sinistra " corteggiare la destra ed allearsi con Berlusconi, insultare gli avversari invece di argomentare il proprio pensiero, insultare i Sindacati e fare le leggi sul lavoro senza consultarli, imporre nuove tasse sulle case dei meno abbienti tralasciando di tassare i grandi patrimoni , fare del PD il suo partito personale eliminando (rottamando) tutti i fautori del "vecchio " pensiero di sinistra

In poche parole, Renzi sta cercando di fare passare il concetto che la sinistra , così' come storicamente nata e cresciuta, non esiste più' , .perché era composta solamente  da quella gente che l'ha sostenuta sino a qui, e che quindi è invecchiata con lei ed ora puo' andare in pensione, e che la nuova sinistra è un qualcosa di poco diverso dalla destra, qualcosa di analogo , che alla destra non  si oppone per diversità ideologica, per i principi, per le idee, per i concetti di giustizia sociale , di diritti dei meno abbienti,  ma che si confronta su temi analoghi , quasi fossero due differenti squadre di calcio.

Renzi ha preso il potere non facendo campagna elettorale ma scalando il PD dall'interno, ed una volta preso il potere ha velocemente incominciato a smontare il PD ed a modificarlo per farne il proprio partito personale . Per mantenere un equilibrio che gli permettesse di convincere il bacino degli elettori del PD, o almeno un parte e contemporaneamente corteggiare la destra, ha incominciato ad operare come un uomo della destra, creando una grande confusione mediatica per distrarre l'attenzione dei propri elettori dal fatto che le scelte da lui operate sono estremamente discutibili se viste da sinistra, e classificando come "vecchi" tutti coloro i quali giudicano le sue scelte incompatibili con un partito di sinistra e le considerano invece come appartenenti ad una scuola di pensiero di segno diametralmente opposto

In poche parole, Renzi dopo avere preso il potere ha cominciato a riprogrammare il PD a proprio uso e consumo  e per poterlo fare ha cominciato a rottamare la sinistra. 

Le persone che hanno ben chiari i principi della sinistra, o che comunque si trovano a disagio nel condividere questo modo di intendere la sinistra hanno smesso di votarlo, ma non avendo un punto di riferimento alternativo, hanno anche smesso semplicemente di votare tout court  e  questo si inserisce in un contesto di generale disaffezione al voto, per cui sebbene egli abbia perso milioni di elettori, le percentuali di coloro che lo votano rimangono stabili se non in aumento.

Percio' egli rimane solidamente in sella anche se appare sempre più' chiaro che egli rappresenta ben poco il popolo italiano, mentre rappresenta e difende molto bene quella fascia sociale di persona, trasversale a tutti i partiti , che detengono la maggior parte della ricchezza e del potere in Italia e che è comunemente nota con il nome di "casta" 

La sinistra italiana si trova così'  orfana del principale partito che la rappresentava, e non a caso si rileva una certo risveglio di interessi nei confronti dei sindacati storicamente legati alla sinistra, come la CGIL , che divengono ormai gli unici soggetti attorno ai quali puo' riconoscersi il popolo della sinistra.

Tuttavia questo punto di riferimento  non puo' essere sufficiente a canalizzare il disagio dell'intero partito del non voto derivante dalla sinistra delusa. Innanzitutto perché il Sindacato non è un Partito, con tutto quello che ne consegue, poi perché   il popolo non è solo composto da quelli che sono  o sono stati classe operaia che in qualche modo nel sindacato si riconoscono, ma sono soprattutto i componenti della nuova classe debole e disagiata, composta da precari e disoccupati, false partite iva , ed i giovani senza speranza che nemmeno cercano lavoro. 

Questo ovviamente non significa che, defunta o meglio pensionata la classe operaia,  la ideologia della sinistra sia finita, come pretenderebbe Renzi, che cerca di individuare negli imprenditori i nuovi soggetti deboli (sic) , definendo "eroi" gli artigiani ed altre baggianate del genere. 

Significa solo che la sinistra è rimasta orfana di un Partito che la rappresenti e che abbia il coraggio di individuare nella massa di disoccupati e sottoccupati , nei nuovi poveri , in quel 30,8% non riesce ad arrivare a fine mese con le proprie entrate,  tra quanti arrivano comunque alla fine mese quel  51,8%, riuscendovi  soltanto utilizzando i propri risparmi. In quella massa insomma  di milioni di persone in continuo aumento che stanno venendo emarginati dalla Società del turbo capitalismo e da un sistema che abolisce il lavoro in favore della finanza, spesso creativa  il terreno nel quale creare il germoglio di una nuova speranza

Perché è chiaro che se questa maggioranza silenziosa avesse un obiettivo, la sua massa di manovra sarebbe tale da riuscire a mandare a casa tutta la Casta, o almeno di ridurla a più' miti consigli

E' altrettanto chiaro che pensare di riuscire a coalizzare tutto il Partito del Non Voto è una pia illusione . Pero' è anche vero che un Partito che riuscisse nell'intento di ricreare un soggetto politico verso il quale le persone di sinistra si potessero riconoscere, potrebbe diventare un elemento forte, in grado di condizionare la scena politica

Purtroppo non manca nel nostro pessimistico panorama chi ha tentato, ed è in parte riuscito a catalizzare l'attenzione dei delusi verso un soggetto politico che doveva fornire una vera alternativa, solo  per poi naufragare nella propria inconsistenza, nella propria incapacità di andare oltre la protesta per costruire qualcosa di solido e stiamo naturalmente parlando di Grillo e del suo M5S 

Per cui , esaurita anche questa possibilità, l'unica via che rimane , l'unica speranza è quella che dal PD escano, se ancora esistono, quei soggetti portatori di valori veri, quei soggetti che si sono immolati per la creazione di questa specie di Frankestain politico , e che con pazienza ed umiltà ricostituiscano un percorso abbandonato troppo in fretta per ripartire, in questo nuovo medioevo post tecnologico, con un cammino che restituisca speranza e dignità alle persone.  Che si disconoscano dal pericoloso percorso che sta portando il PD a divenire il Partito Unico, il Partito nazionale al quale manca solo la F finale per rievocare un tragico passato e lo svuotino della forza che attualmente sta sostenendo un pericoloso Uomo solo al comando, e che tra l'altro sta  riducendo il ruolo di tutti gli uomini che compongono il PD a semplici comparse al cospetto del Re....uccio.

Se questo non succederà, allora vuol dire che la Sinistra in Italia  è proprio senza alcuna speranza, accompagnata della rottamazione da Matteo Renzi, 

RIP

sabato 8 novembre 2014

LA PRESUNTA "MORTE" DEL SINDACATO

Il dibattito sul cosiddetto Jobs Act di Renzi (che sarebbe più' corretto chiamare Job Attempt) ha riportato alla ribalta un tema che ritorna con sempre maggiore insistenza. IL Sindacato esiste ancora? E' morto? E' morente? Ha ancora ragione di esistere? E' al tramonto?

Questa riflessione in particolare nasce dalla lettura di un lungo servizio pubblicato sul Venerdi di Repubblica titolato : IL sindacato non c'è piu ? ....E' una domanda alla quale va data una risposta

 Credo sia corretto dire che il sindacato come era inteso negli anni 70, il Sindacato con la S maiuscola sia pure distribuito nella sua multiformità di nomi e di sigle che ha ottenuto la Legge 300/1970, altrimenti conosciuta come Statuto dei Lavoratori di cui il più' famoso è l'rt.18, il Sindacato che ha fatto la storia del lavoro, che ha regalato dignità a lavoratori che prima ( e stiamo parlando anche degli anni 50 del secolo scorso) venivano sfruttati come servi della gleba, che ha annoverato tra le sue file morti ammazzati in nome di una idea, che ha mobilitati masse enormi, che ha segnato un epoca sia effettivamente giunto al termine del suo cammino 

 Ed è giunto al termine del cammino sin qui compiuto in questa forma perchè sono cambiati i parametri che lo tenevano in vita, è cambiato il mondo, così' cambiato che siamo tornato indietro di secoli, in una specie di medioevo post moderno nel quale si stanno azzerando tutti i valori sino ad ora noti.

Nei vari articoli che si leggono a questo proposito, per esempio, uno dei dati che viene riproposto con insistenza è che elevati percentuali degli iscritti ai vari Sindacati sono pensionati. E questo è vero: in parte è dovuto al fatto che in questo Paese i Pensionati sono molti ma anche al fatto che prima le miopi politiche di liberalizzazione legate alla globalizzazione, e poi la crisi hanno prodotto le condizioni per le quali moltissimi di coloro i quali oggi in Italia sono occupati, lo siano in modo precario. E tutti i precari sanno quanto poco salutare, ai fini della conferma del posto di lavoro o di una eventuale riassunzione, essere iscritti ad un Sindacato, Poi ci sono quelli che per poter lavorare sono divenuti delle (false) partite IVA . In definitiva, gli iscritti sono di molto diminuiti nella parte dei lavoratori attivi, in parte perché si sono create le condizioni per le quali sempre meno persone hanno la possibilità, prima ancora che la voglia , di iscriversi ad un Sindacato.

Poi, certo, ci sono anche altre cause. La crisi di credibilità.   Alcune lotte, o fasi di lotta, alcune contrapposizioni perseguite dal Sindacato sono fallite, come la vertenza Fiat del 1980 terminata con la marcia dei 40.000 . IL Sindacato , in questo è evidentemente la parte più' debole perché un fallimento conta molto più' di tantissime vittorie. Non si possono intraprendere lotte senza scontentare qualcuno , ed il Sindacato in questo non ha fatto eccezione . 

 Successivamente, in particolare con l'avvento del Berlusconismo, è iniziata la fase acuta da parte della Politica e della imprenditoria del tentativo di fare scomparire il Sindacato, e non solo per motivi strettamente legati al mercato del lavoro o al costo del lavoro 

La sistematica delegitimazione del Sindacato, che procede da vent'anni, ha molto verosimilmente lo scopo di togliere di mezzo l'unico soggetto ancora portatore di democrazia in Italia. Infatti, in Politica già dal Porcellum è venuta a mancare una componente fondamentale della Democrazia che è il controllo. Il cittadino non può' più' punire il politico che non mantiene le promesse togliendoli il suo voto, ne decidere quale dei componenti della lista che vota siederà sugli scranni del Parlamento. Può' decidere allora di non votare la lista, ma il sistema elettorale ha creato una situazione per la quale le liste diventano due ed allora o vota per la lista che meno contrasta con le sue idee, magari turandosi il naso, oppure semplicemente non vota ma anche questo danneggia ben poco i politici perché minori sono i voti in gioco, minori sono le variabili possibili. 

 Questo sistema perverso ha raggiunto la sua apoteosi con gli ultimi Governi dei non-eletti, dei quali Renzi rappresenta la massima espressione: una banale scalata all'interno di un Partito al 25 % dei voti gli ha messo in mano il Paese. Certo, in questo ha avuto la complicità di una lista di colore opposto al suo, governata da Berlusconi e questo assume una duplice valenza: da un lato catalizza su di se il consenso di frange di entrambi gli elettorati, dall'altro fa passare il messaggio che votare contro di lui non serve praticamente a niente perché anche i suoi avversari si alleano con lui .

IL Sindacato , al di là di tutte le critiche, spesso gratuite che riceve, è democratico, anche se naturalmente molti non lo sanno. Sono infatti i lavoratori della base che votano i delegati che ricoprono le cariche minori i quali a loro volta eleggono i rappresentanti che votano i delegati alle cariche più' alte sino ai vertici del Sindacato. Molti non lo sanno perché semplicemente non si interessano di questo aspetto della loro vita di iscritti, che spesso disertano perché non ne comprendono la importanza, o perché molto italianamente preferiscono delegare piuttosto che decidere. Succede così' che assemblee nelle quali vengono votati i delegati di realtà lavorative che occupano centinaia di persone, vedono la presenza di poche decine di lavoratori.

Eppure il Sindacato può' rivelarsi , e probabilmente oggi si sta rivelando l'unico soggetto capace di coagulare attorno a se forze politiche e sociali motivate a fare sopravvivere un ruolo sociale del Lavoro, la dignità dei lavoratori , ma anche un minimo di giustizia sociale , un welfare degno di questo nome ed in senso più' ampio, una Società al servizio dell'uomo, del Cittadino, della Famiglia e non della finanza . L'Uomo al centro, come soggetto e non come componente di valore trascurabile. 

La Politica che alimenta se stessa, la Casta se vogliamo, il nucleo dei poteri forti questo lo sa molto bene e da almeno vent'anni, con l'avvento dei Berlusconi e del cosiddetto Berlusconismo, perpetuato anche dai Governi successivi, Monti, Letta e Renzi ha condotto un lavoro costante e logorante per annullarne l'influenza sulla popolazione dei Lavoratori.

Il sistema che è stato usato è stato quello di proporre l'idea che il Sindacato fosse un soggetto autonomo , distaccato ed estraneo dalla massa dei Lavoratori , simile ad un Partito Politico.

Paradossalmente, per smantellare il Sindacato la Politica ha attinto allo stessa avversione che i Cittadini hanno verso la politica stessa ed i Partiti, utilizzando diversi strumenti. 

Uno ovviamente è il potere mediatico, che per esempio con Berlusconi è arrivato al controllo pressoché totale delle televisioni del Paese. Il Secondo è stato quello di approfittare della debolezza del Sindacato dovuta alle prime crisi occupazionali per imporre una serie di Leggi che, con la pretesa di introdurre forme di flessibilità che aiutassero la ripresa delle assunzioni, hanno di fatto gettato le basi per un indebolimento ulteriore ed in progressione geometrica del potere di pressione del Sindacato stesso , nel momento in cui la veloce precarizzazione dei posti di lavoro ha avuto l'effetto di diminuire sia gli iscritti (i precari difficilmente si iscrivono ad un Sindacato) sia le possibilità di azioni di lotta perché la presenza di precari, che ovviamente non scioperano, nei posti di lavoro limitava di molto l'efficacia di eventuali azioni di protesta 

 Un ulteriore passo, conseguente all'indebolimento del Sindacato, è stato quello di iniziare a parlare di Leggi del lavoro escludendo di fatto i Sindacati , che si sono trovati messi alla porta in diverse situazioni, alimentando l'idea che i Sindacati fossero ormai qualcosa di isolato ed obsoleto. 

In alcuni casi , eclatante il caso di Marchionne alla Mirafiori, le parti datoriali si sono rivolte direttamente ai lavoratori con referendum o consultazioni dirette , ignorando il sindacato anche in aperta violazione all'art.28 della Legge 300 1970 (condotta antisindacale) cosa che solo marginalmente ha potuto essere arginata per le vie giudiziarie

 Il passo successivo (ed estremamente attuale) è stato quello di cercare di mettere pubblicamente alla berlina il Sindacato da parte del Governo o comunque della classe Politica accusandolo proprio delle cose che non ha avuto la possibilità di fare: accusandolo di avere voluto la precarizzazione, di non avere partecipato alla costruzione delle Leggi sul lavoro, ed in senso ampiamente generalizzato di avere "provocato la crisi" di avere "massacrato i lavoratori" e tutta una serie di accuse non definite , non articolate, lasciate alla immaginazione di una opinione pubblica decisamente ostile a tutto ciò che appare in qualche modo istituzionale  - E TUTTO QUESTO, in un ottica di contrapposizione totale, nella idea - questa si tutta italiana - che i lavoratori, Sindacati in testa, non siano una parte integrante del Lavoro, della Produzione, del Progresso, non siano una parte con cui trovare una collaborazione per il bene comune ma che siano un avversario da sconfiggere e soggiogare, con un cavallo da domare e poi mettere a tirare un aratro  senza capacita critica senza contributo intellettuale e creativo 

 A questo si somma l'ansia di molti Dirigenti Sindacali di fare autocritica ed ammenda "ammettendo" che il Sindacato "ha fatto molti errori"

 Va detto che sicuramente il Sindacato ha fatto alcuni errori, ma questi andrebbero accuratamente analizzati per comprendere quali sono effettivamente le "colpe" 

 Una cosa che va detta è che il Sindacato è stato colpevole nel non informare con maggiore puntualità e chiarezza i Lavoratori in merito a tutto quello che faceva, perché il lavoro del Sindacalista è duro ed ingrato, i risultati che si raggiungono e che possono essere evidenti a tutti sono sempre scarsi, e questo alimenta la diceria che "I sindacalisti non fanno mai niente" Il Sindacato ha probabilmente la colpa di avere cercato in maniera eccessiva di accontentare le esigenze del momento dei Lavoratori, e di avere invece fatto meno per produrre progetti lungimiranti. 

In questo pero' sarebbe bello poter fare comprendere a tutti quanto sia facile per una sigla sindacale perdere iscritti , e quindi peso nella discussione, ad ogni banale richiesta di questi ultimi non soddisfatta puntualmente.

 I Lavoratori che criticano il Sindacato dimenticano facilmente le assemblee alle quali non hanno partecipato, gli scioperi ai quali non hanno aderito, il sostegno ai propri rappresentanti che non hanno avuto il tempo o la voglia di dare. I volantini che non hanno avuto il tempo di leggere., dimenticando che il Sindacato è tale solo con la partecipazione di tutti i Lavoratori, e che non basta pagare una tessera: come in tutte le cose democratiche , risulta fondamentale l'esercizio del potere di CONTROLLO sui propri rappresentanti

 E d'altra parte , non si analizza a sufficienza il fatto che le accuse di scarsa attività, di scarsa lungimiranza , di insufficiente senso di Responsabilità ( che chissà perché devono avere solo i Lavoratori e mai Imprenditori e Politici) di mancanza di correttezza, per arrivare alle accuse di corruzione di alcuni esponenti sindacali o di utilizzo improprio di fondi , di contributi pubblici eccetera PROVENGONO DA UNA DELLE CLASSI POLITICHE MAGGIORMENTE CORROTTE DEL MONDO, CON UN PARLAMENTO AMPIAMENTE COMPOSTO DA PREGIUDICATI , indagati, collusi, in un Paese dove l'evasione fiscale è tra le più' alte al mondo , protetta proprio dalla Politica , e che non brilla assolutamente per correttezza e rispetto delle Istituzioni

 IL Sindacato non è certamente morto, ed una Piazza San Giovanni in Roma con un milione di persone a protestare ne è la dimostrazione più' che evidente . Certamente il Sindacato si deve rinnovare , deve adattarsi ai tempi odierni, nei quali non può' più' confrontarsi con la Politica perché E' LA POLITICA A NON ESISTERE PIU', ostaggio di corporazioni, personalismi, Partiti privati di questo o quel esponente politico . Il Sindacato si troverà inevitabilmente a dover gestire il ruolo difficile e scomodo di soggetto politico di riferimento per quella parte dei Cittadini che non si riconosce nella Casta , che non ritiene sia possibile uscire dalla Crisi saltando su questo o quel carretto del vincitore ma che crede che per venirne fuori bisogna rimboccarsi le maniche e lavorare, ricostruire le Istituzioni prima ancora di riformarle , che bisogna ritrovare la dignità del Lavoro e dei Lavoratori, specie in questo mondo i precari, che bisogna ritrovare un equilibrio nel quale LE PERSONE VENGANO CONSIDERATE in quanto esseri umani e componenti della Comunità e non soltanto sulla base del potere economico e finanziario che sono e non sono in grado di muovere