martedì 30 dicembre 2014

Babbo Natale, ed i tanti vestiti nuovi del Reuccio Renzi

Sotto l'albero di Natale Matteo Renzi , novello Babbo Natale non poteva mancare di mettere un bel regalo per quegli Italiani che si compiace di rappresentare ; ovveri gli Imprenditori. 

Del resto, non poteva non ricambiare la  cortesia della schiera di commensali che hanno pagato mille euro  solo per il piacere della sua compagnia a cena.  

E cosi' sotto l'albero di natale gli imprenditori hanno trovato i primi effetti del cosiddetto Jobs Act , ovvero la sostanziale demolizione dei diritti dei Lavoratori, 

Anche i lavoratori , naturalmente, hanno avuto qualcosa sotto l'albero...e cioè  il bel "pacco"  che a loro spettava. Era del tutto prevedibile, del resto viste le premesse: da una parte le cene con gli imprenditori, dall'altra parte i Sindacati tenuti in piedi nell'anticamera mentre nelle stanze del potere si decideva il destino dei Lavoratori .

Naturalmente, a seguire, tra qualche tempo Renzi ripeterà l'ennesimo manipolazione dei fatti, chiedendo sarcastico ai Sindacati dov'erano mentre lui prendeva decisioni cosi' difficili. Storie di ordinaria follia alle quali ormai l'Italia ci ha abituato. Ovviamente , dall'alto del suo ponte di comando, Renzi assicura che questo produrrà immediatamente un sacco di nuovi posti di lavoro, dal momento che gli imprenditori "non avranno piu' scuse per non assumere" e scommette anzi che entro gennaio si vedranno già gli effetti ... e nell'eco delle sue parole sembra suonare uno slogan del tipo "altrimenti non mi chiamo piu' Fonzie!!" Tanto già in altre occasioni aveva scommesso le proprie dimissioni se non fosse riuscito a fare questo o quello solo per poi posticiparne i termini: una riforma al mese...poi ...va bè, appena si puo'. Cento giorni per cambiare l'Italia...poi mille...e che sarà uno zero in piu? 

La domanda è: a chi tornerà utile? Davvero il Job Acts porterà nuova occupazione? Naturalmente no.

Gli imprenditori non rilanceranno l'economia solo perchè Renzi ha tolto le tutele ai lavoratori, dal momento che  i problemi sono ben altri, e con tutte le forme di precariato che esistono non era certo l'art.18 un freno per assumere. Ma sicuramente si toglieranno qualche sassolino dalle scarpe, faranno fuori le persone scomode, come in sindacalisti o i lavoratori che chiedono il rispetto delle regole o della sicurezza. E probabilmente riusciranno a monetizzare questi vantaggi. Molto probabilmente assumeranno in modo diverso quelli che avrebbero assunto comunque, per approfittare degli sgravi fiscali , o che a questo scopo avevano ritardato di assumere o avevano appena licenziato. Su questo era intervenuto l'ex sindacalista della Fiom e deputato di Sel Giorgio Airaudo , che in un a intervista all'Espresso ha fatto notare  un fenomeno che si starebbe realizzando in alcune aziende: «Se il premier avesse ascoltato realmente i sindacati, questi avrebbero potuto spiegargli quello che hanno spiegato a me, e cioè che nei nostri uffici stanno arrivando molte segnalazioni, soprattutto dai settori più fragili, dal commercio e dall'edile, di casi in cui i contratti di collaborazione non si stanno rinnovando in attesa degli sgravi fiscali previsti per il nuovo contratto, generando un periodo finestra che molto pericoloso, e poi che, compiendo un chiaro illecito, alcuni imprenditori stanno spingendo i dipendenti al licenziamento, con l'argomentazione della crisi, promettendo ai lavoratori che verranno riassunti con il nuovo contratto che per l'azienda è meno oneroso, sì, ma che riduce anche le tutele».Insomma, molto italianamente , con ogmi probabilità a beneficiare di questa novità saranno i soliti noti mentre i lavoraori continueranno essere penalizzati sempre piu'.(ma a Renzi ascoltare i Sindacati e capire queste cose non importava... I lavoratori non hanno mille euro per una cena) 
. «Abbiamo fatto un lavoro straordinario»,ha dichiarato  Renzi: «Soltanto l'ideologia o la malafede può ignorare il passo in avanti».
La visione è ovviamente opposta a quella di Airaudo: «Registriamo che non c'è nulla sul famoso disboscamento dei contratti precari, posticipato, e che si comincia ancora una volta dal precarizzare l'unico contratto che non era precario, quello a tempo indeterminato, monetizzando il licenziamento». «Le tutele crescenti non esistono, a crescere è solo l'indennizzo», è ancora il commento di Airaudo, che aggiunge: «È anche aberrante il fatto che si preveda una fiscalità vantaggiosa per spingere il lavoratore a non ricorrere. Siamo allo stato che chiede di non ricercare giustizia in cambio di pochi euro in tasca». L'indennizzo sarà infatti esentasse.

Http://espresso.repubblica.it/palazzo/2014/12/24/news/regalo-di-natale-arriva-jobs-act-di-matteo-renzi-1.193314


E' un panorama desolante, bene descritto anche in un articolo di Roberto Marchesi su Il Fatto 
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/12/05/jobs-act-regalo-natale-renzi-lavoratori/1251841/

di cui riportiamo un passaggio 
Da anni ci hanno riempito la testa con le "riforme" senza mai spiegarci in dettaglio quali. Il Job Act è solo l'inizio. Adesso cominciamo a vedere i dettagli.
1. Nessuna sicurezza del posto di lavoro. Licenziamenti a gogo come in America, salvo quelli discriminatori (peccato pero' che tocchi al lavoratore provarlo e quasi sempre non ci riesce, nemmeno con l'ausilio di capaci ed esperti avvocati).
2. Grande sfruttamento del lavoro sia in termini di ore che di paga (l'azienda va su, il lavoratore va giù).
3. Pensione? Con le tutele crescenti è garantita … (a quelli che in futuro riusciranno ad ottenere il contratto a tempo indeterminato, cioè quasi nessuno).
4. Permessi e ferie? Prossimamente come in America. (Anche quando sono un tuo diritto, se le chiedi e ti dicono che "… al momento non e' possibile", ti conviene rinunciare!)
5. Sindacati a tutela dei diritti? Vedi sopra. Se ci sono ancora sindacati in Europa e' perche' finora sono serviti ancora a siglare i contratti. Quando i contratti verranno sostituiti da norme e leggi (come il Job Act, che ha infilato un siluro in pancia allo Statuto dei Lavoratori, ma ne arriveranno altri) anche i contratti e i sindacati non serviranno più.

Pian piano la verità viene a galla, ma noi ce ne accorgiamo sempre tardi, sarà per questo che Renzi ha sempre fretta.

Ecco, infatti. Uno dei segreti di Renzi è questo suo cambiare d'abito molto spesso e molto in fretta ( di sinistra, ma rappresento gli imprenditori, rispetto i sindacati ma fuori dalla porta.Nessuno tocchi l'art.18, l'art.18 è un totem ideologico da demolire , faremo tutto in cento giorni anzi in dieci anzi in mille) che ha lo scopo di creare confusione , confusione legislativa, morale sociale , ideologica non importa. E' riuscito a creare un polverone come quello di Beep-Beep e Wile E. Coyote, nel quale non si capisce niente ed intanto, mentre gli avversari si disorientano,  lui va avanti. Verso dove? Beh, evidentemente non verso un Paese migliore in senso assoluto, pero' certo un Paese migliore per lui che ha acquisito in Italia un potere senza precedenti e con questo gioco di concessioni, piccoli e grandi ricatti , patti del Nazareno da sottoscrivere, ridiscutere, annullare no non è mai stato messo in discussione...però...alleanze con tutti e con nessuno è riuscito a creare una corte dei miracoli di seguaci che continuano a cercare di vedere i vestiti nuovi dell'imperatore. Imperatore  Il quale, ogni volta che tutti stanno per accorgersi che in realtà il re è nudo, cambia camaleonticamente abito, getta sabbia negli occhi, si svincola , ricade come un gatto di nuovo sulle quattro zampe, cambia opinione, cambia amici , cambia punto di vista, anzi, il suo punto di vista è sempre stato un altro, cioè questo, cioè quello... 

C'è chi non riesce a vedere e chi invece non vuole vedere perchè fa parte della Casta che Renzi con la sua politica sta blindando, eliminando i Sindacati, abolendo la Politica , ed eliminando le opposizioni perchè tutte assorbite nel carrozzone del suo Partito della Nazione (o Partito Nazionale?)  in fase di formazione . Al posto del PD, insomma, un PN al quale tra poco basterà aggiungere una F , come ha già detto qualcuno . E cosi' , guardando i vestiti sempre nuovi del nostro Renzi potremo, come un tempo dire...Italiani...saluto al RE!!! 

domenica 30 novembre 2014

RENZI E LA ROTTAMAZIONE DELLA SINISTRA ITALIANA

RENZI E LA ROTTAMAZIONE DELLA SINISTRA



"Un principio familiare a chi fa propaganda è che le dottrine da instillare nel pubblico non dovrebbero essere enunciate perché questo le esporrebbe alla riflessione, all'indagine e, molto probabilmente , al ridicolo. La procedura corretta è valorizzarle dandole costantemente per scontate , in maniera tale che diventino vere e proprie condizioni del discorso" Noam Chomsky




Questa frase mi sembra emblematica per definire il metodo con il quale si è voluto iniziare il processo di  destrutturazione e dissoluzione  della sinistra 

Contesto storico 

Sembra che dal momento della caduta del muro di Berlino , e dalla successiva  dissoluzione della Unione Sovietica , si sia insinuato il principio che, scomparsa l'URSS, che del comunismo appariva per l'appunto il simbolo,  automaticamente venisse a scomparire il Comunismo stesso e quindi per estensione la Sinistra nel suo complesso, nella forzata immagine che il Comunismo così' come era stato interpretato nell'URSS fosse l'unico modo di '"essere" di  sinistra

Nella civiltà della comunicazione, e quindi della sua possibile manipolazione, la parola che definisce un principio puo' essere fatta identificare con il principio stesso , e quindi con una propaganda efficace spesso puo' essere sufficiente giocare sulle parole per pilotare la percezione dello stesso  principio.

Il sillogismo che si è creato in questo caso, quindi,  è partito da un fatto oggettivo, e cioè il crollo di un regime , che dell'ideologia comunista era il simbolo,   per arrivare  a dichiarare morto il comunismo stesso , quindi per estensione la ideologia che lo aveva generato.

In estrema sintesi, la scomparsa di un simbolo della  contrapposizione di due ideologie veniva identificata con la scomparsa delle ideologie stesse. 

E questo purtroppo sembra essere stato accettato da molti, e per molte persone di sinistra è divenuto motivo di confusione e di perdita di identità -

Tuttavia, la  effettiva scomparsa di una ideologia presuppone che siano venuti meno i motivi che l'hanno originata, ovvero che siano scomparsi tutti coloro che ne condividevano i valori. Ma se noi definiamo l'ideologia come il " il complesso di credenze, opinioni, rappresentazioni, valori che orientano un determinato gruppo sociale." allora vale la pena di riflettere su cosa rimanga oggi di quello che storicamente ha generato la sinistra e quindi su cosa significhi essere di sinistra oggi .

L'idea di sinistra nasce  dalle teorie marxiste, che hanno avuto la evoluzione che sappiamo , ma che traevano la loro origine da un bisogno di contrastare la oppressione di regimi tirannici, di dare un nome al disagio di un popolo schiavo, di contrastare una cultura che attribuiva le differenze di classe al volere divino o a necessità storiche, a tradizioni ataviche, ad un destino ineluttabile

La filosofia di Marx nasceva in un momento nel quale il pensiero stesso di poter  cambiare la condizione del popolo, dei servi della gleba, era percepito probabilmente come osceno e blasfemo. In fin dei conti, i sovrani venivano definiti tali per volontà divina, ed a cascata tale era il motivo dell'ordine delle cose , quindi  per poter pensare di sovvertire questo ordine c'era la necessità di dare all'idea rivoluzionaria un vestito morale , una giustificazione etica .-

È chiaro che questa idea , una volta accettata, è divenuta un qualcosa di incontrollabile che ha rotto tutti gli equilibri con esiti devastanti ed imprevedibili. Ha provocato la caduta di regimi, simbolismi e schemi di comportamento, ed  ha avuto una evoluzione imprevedibile 

La applicazione delle idee di Marx ,cosi' come prima ancora  gli  eventi rivoluzionari che avevano visto il popolo proletario ribellarsi alla oppressione di oligarchie e plutocrazie, se vogliamo già dalla rivoluzione francese  ed in generale tutti i movimenti che cercavano di perseguire un ideale di maggiore equità e giustizia sociale, erano partiti con l'idea di creare un mondo nuovo e nuovi schemi di comportamento. . Schemi che pero'  avevano dimostrato nella pratica tutti i limiti di un pensiero che faceva fatica ad evolvere e che quindi finiva per ricadere negli schemi oppressivi dei regimi che voleva abbattere, basti pensare al Terrore durante la rivoluzione francese, o alla drammatica evoluzione delle Rivoluzione di Ottobre in Russia nel 1917 che ha finito per degenerare nella dittatura di Stalin. Episodi storici che a mio avviso non debbono sdoganare l'idea che il pensiero di sinistra sia sbagliato, ma semplicemente che non abbia ancora trovato la via giusta di crescere.

Innanzitutto, quindi bisognerebbe comprendere quale sia la essenza del pensiero di sinistra. Come già detto, le idee che noi definiamo di sinistra e che hanno determinato l'evoluzione storica del comunismo come noi lo conosciamo, sono nate dalla esigenza di contrapporsi a regimi oppressivi e di restituire dignità, prospettive e speranze alla area più' vasta della popolazione, il popolo o proletariato .  

Lo hanno fatto in modo violento, perché non si conosceva altro modo, ma l'intento di partenza nasceva da una richiesta di giustizia sociale. Ecco quindi che l'idea del pensiero di base rimane, rimane una idea di giustizia sociale che si contrappone ad una idea di destra classista e padronale. 

Rimane una idea di eguaglianza , che si contrappone alla idea di destra di un paternalismo padronale che regola i rapporti sociali sulla base di concessioni e non di diritti. Ora, la caduta dei simboli principali delle ideologie di sinistra ha generato ne l popolo della  sinistra una crisi di identità. 

Crisi di identità che nasce pero' principalmente  dal fatto che nel corso del novecento si sono persi di vista i valori che hanno generato il pensiero di sinistra perché essi sono stati sostituiti dai simboli. E perduti i simboli non si è stati in grado di recuperare le fila di quelle che sono i bisogni di base ai quali il pensiero di sinistra doveva dare una risposta. Il fatto che l'URSS si sia occidentalizzata, che se ne sia modificato il regime , che sia  caduto il muro non significa che sia terminata l'oppressione , che non esistano più le masse sfruttate da pochi, che non esistano più' gli asservimenti, le persone senza diritti a fronte di poche persone dotate di immensi privilegi . E' evidente che la globalizzazione, la possibilità di delocalizzare le produzioni in Paesi dove non ci sono tutele per i lavoratori, la possibilità di importare senza vincoli e di conseguenza l'impoverimento del mercato del lavoro anche  nei Paesi  maggiormente progrediti , in assenza  di politiche di protezione, sta velocemente impoverendo la classe media che sta scomparendo, sta enormemente aumentando la massa dei poveri , sta creando di nuovo come agli inizi del secolo enormi masse di persone senza ricchezza e senza diritti , mentre per converso aumenta l'arroganza delle persone di potere anche in regimi considerati "democratici" 
Questa crisi di identità del popolo della sinistra, derivante dalla scarsa capacità di analisi e dalla perdita di memoria storica, ha a sua volta creato un vuoto culturale e politico che ovviamente altri si sono preoccupati di riempire. 

Contesto italiano attuale 

Da noi in Italia questo vuoto temporaneo ha molto probabilmente   favorito l'ascesa ed il grande successo del Berlusconismo, fenomeno che  affonda certamente  le sue radici  la cultura e nella storia della destra ma che sarebbe sbagliato identificare con la destra italiana perché di essa ha soltanto estrapolato ad arte alcuni concetti, utili a creare seguito e consenso che pero'  non possono essere considerati valori  in senso assoluto, specie nel modo distorto nel quale sono stati poi utilizzati. . 

Tuttavia, per quanto della destra debba essere considerato un  fenomeno parallelo, il Berlusconismo ha avuto buon gioco nell'introdurre nel dibattito politico e culturale italiano una equazione assiomatica , che individua in  chi vi è contro un soggetto che è contro la destra, quindi di sinistra, quindi comunista, laddove il termine comunista viene inteso nel senso più' becero, il comunista dipinto dalla propaganda clericale dell'immediato dopoguerra, il diavolo che mangia i bambini, il sodale di Stalin, il fanatico accecato dall'odio contro il capitalismo che predica l'esproprio proletario, la morte dei borghesi eccetera. Il cattivo, insomma. Non a caso la propaganda berlusconiana ha prodotto storture aberranti e mistificazioni che sono arrivate sino alla definizione di "partito dell'amore" (!)del PDL da contrapporre al "partito dell'odio" che genericamente include tutta la sinistra

Concetti forti , di grande impatto emotivo che, come tutto il messaggio mediatico del Berlusconismo in realtà crea i presupposti  per una nuova ideologia, alternativa alle ideologie considerate defunte, e che in parte conta proprio sulla nostalgia di chi di queste ideologie si è sentito orfano. Una ideologia  incentrata su un culto quasi religioso della personalità del Capo (meno male che Silvio c'è, Forza Italia, i Circoli della Libertà , il Polo della Libertà eccetera) su cerimoniali pagani quali il giuramento a Silvio dei nuovi eletti, su simbolismi che richiamano in maniera artefatta a principii  assoluti, quali la libertà, la Patria, il bene del paese, la volontà degli Italiani, concetto che è stato con una notevole forzatura esteso dal ristretto gruppo delle persone che hanno votato il partito risultato vincitore delle elezioni a tutti gli Italiani , estendendo in questo modo a tutti gli Italiani la paternità della elezione di Berlusconi

Questa ideologia alternativa da una parte,  e la  martellante ghettizzazione ideologica del concetto di "gente di sinistra" dall'altra hanno contribuito a produrre disorientamento e confusione tra coloro i quali sentivano dentro di se dei valori e desideravano trovare un luogo nel quale condividerli.

Luogo che non si è concretizzato , o si è concretizzato solo in parte nel PD , divenuto  un contenitore anonimo di idee molto diverse tra loro , creatura artificiale nata dalla esigenza di creare un soggetto unico che potesse essere protagonista del cosiddetto bipolarismo, ambito che pero' è divenuto per molto tempo  territorio di dominio del  PdL.  

Oggi

La caduta del governo Berlusconi , ed i successivi esperimenti "tecnici" Monti e Letta, hanno contribuito a diluire l'attenzione nei confronti della  appartenenza ideologica, dell'etica politica, declinate in favore della esigenza di riprendere una guida del Paese. Ed è precisamente in questo punto che è emerso Renzi

Renzi

Renzi il quale ha cominciato ad utilizzare tutti gli strumenti neonati della politica, il senso di urgenza (da cui la politica del "fare" ) la propensione  a non guardare troppo per il sottile l'etica privilegiando l'urgenza, l'assuefazione del popolo all'idea di un uomo solo al comando, e soprattutto  la novità di un linguaggio veloce nel quale l'arroganza viene contrabbandata  come capacità di decidere, la prepotenza come volitività , e nel quale chiunque non lo omaggia e non la pensa come lui viene liquidato come "vecchio" che si oppone al "nuovo" ( che lui dovrebbe rappresentare,) che avanza., si  è proposto come nuovo protagonista storico di questo cambiamento 

Ma in quale direzione va questo cambiamento ? Renzi ha cavalcato il disorientamento del popolo della sinistra per introdurre concetti "nuovi" con il pretesto di indicare una nuova via ad una "nuova sinistra" . Ha incominciato a sradicare concetti e principi basilari con il pretesto di "innovare" . Ha cercato di fare passare concetti totalmente antitetici con il pretesto del "Nuovo " che avanza . Uno per tutti il fatto che la sinistra non dover preoccuparsi solo dei lavoratori ma anche degli imprenditori , citiamo una frase emblematica "Chi fa l'imprenditore, fa l'eroe perché crea posti di lavoro. Chi crea posti di lavoro confrontandosi con mercati dove si paga l'energia il 30% in meno, con meno tasse e burocrazia, chi fa l'imprenditore è un eroe. E' essere di destra? Io credo che sei di sinistra se c'è un posto di lavoro in più, non uno in meno, una speranza in più, e se ci sarà da cambiare cambieremo, la sinistra che non cambia si chiama destra."  E poi ancora più' indicativa la frase " "Noi oggi abbiamo detto con serenità che gli imprenditori sono dei lavoratori e non dei padroni e che la sinistra si candida a rappresentarli".( settembre 2014) 

Renzi ha cercato di introdurre il concetto che" è di sinistra " rappresentare gli imprenditori assieme ai lavoratori , concetto totalmente assurdo perché sono due parti sociali con esigenze fortemente divergenti, tra le quali la politica dovrebbe mediare, non possono esser parti omogeneizzate in un unico contesto, perché è chiaro che nel tema del lavoro, cioè il loro terreno di incontro/scontro , gli imprenditori la parte forte ed i lavoratori la parte più' debole, in una ipotetica unione è chiaro che si formerebbe una piramide ai cui apici si troverebbero gli imprenditori ed alla base i lavoratori senza più' possibilità di vero confronto. Del resto, non a caso la Legge 300/1970, denominata Statuto dei Lavoratori prevede espressamente che in talune situazioni Lavoratori e Datori di Lavoro non possano trovarsi nella medesima associazione (il fenomeno del Sindacato Bianco) proprio perché questo creerebbe un conflitto di interessi, destinato a risolversi nell'esclusivo interesse dei Datori di Lavoro.  Renzi ha cercato di introdurre il concetto che " è di sinistra " abolire l'art.18 della legge 300/1970, minando alla base lo Statuto dei Lavoratori perché è "vecchio" , come se i diritti dei lavoratori fossero passati di moda. Renzi cha cercato altresi' di insinuare che " è di sinistra " finanziarsi con cene alle quali partecipano imprenditori facoltosi, in grado di pagare 1000 euro a testa, che " è di sinistra " corteggiare la destra ed allearsi con Berlusconi, insultare gli avversari invece di argomentare il proprio pensiero, insultare i Sindacati e fare le leggi sul lavoro senza consultarli, imporre nuove tasse sulle case dei meno abbienti tralasciando di tassare i grandi patrimoni , fare del PD il suo partito personale eliminando (rottamando) tutti i fautori del "vecchio " pensiero di sinistra

In poche parole, Renzi sta cercando di fare passare il concetto che la sinistra , così' come storicamente nata e cresciuta, non esiste più' , .perché era composta solamente  da quella gente che l'ha sostenuta sino a qui, e che quindi è invecchiata con lei ed ora puo' andare in pensione, e che la nuova sinistra è un qualcosa di poco diverso dalla destra, qualcosa di analogo , che alla destra non  si oppone per diversità ideologica, per i principi, per le idee, per i concetti di giustizia sociale , di diritti dei meno abbienti,  ma che si confronta su temi analoghi , quasi fossero due differenti squadre di calcio.

Renzi ha preso il potere non facendo campagna elettorale ma scalando il PD dall'interno, ed una volta preso il potere ha velocemente incominciato a smontare il PD ed a modificarlo per farne il proprio partito personale . Per mantenere un equilibrio che gli permettesse di convincere il bacino degli elettori del PD, o almeno un parte e contemporaneamente corteggiare la destra, ha incominciato ad operare come un uomo della destra, creando una grande confusione mediatica per distrarre l'attenzione dei propri elettori dal fatto che le scelte da lui operate sono estremamente discutibili se viste da sinistra, e classificando come "vecchi" tutti coloro i quali giudicano le sue scelte incompatibili con un partito di sinistra e le considerano invece come appartenenti ad una scuola di pensiero di segno diametralmente opposto

In poche parole, Renzi dopo avere preso il potere ha cominciato a riprogrammare il PD a proprio uso e consumo  e per poterlo fare ha cominciato a rottamare la sinistra. 

Le persone che hanno ben chiari i principi della sinistra, o che comunque si trovano a disagio nel condividere questo modo di intendere la sinistra hanno smesso di votarlo, ma non avendo un punto di riferimento alternativo, hanno anche smesso semplicemente di votare tout court  e  questo si inserisce in un contesto di generale disaffezione al voto, per cui sebbene egli abbia perso milioni di elettori, le percentuali di coloro che lo votano rimangono stabili se non in aumento.

Percio' egli rimane solidamente in sella anche se appare sempre più' chiaro che egli rappresenta ben poco il popolo italiano, mentre rappresenta e difende molto bene quella fascia sociale di persona, trasversale a tutti i partiti , che detengono la maggior parte della ricchezza e del potere in Italia e che è comunemente nota con il nome di "casta" 

La sinistra italiana si trova così'  orfana del principale partito che la rappresentava, e non a caso si rileva una certo risveglio di interessi nei confronti dei sindacati storicamente legati alla sinistra, come la CGIL , che divengono ormai gli unici soggetti attorno ai quali puo' riconoscersi il popolo della sinistra.

Tuttavia questo punto di riferimento  non puo' essere sufficiente a canalizzare il disagio dell'intero partito del non voto derivante dalla sinistra delusa. Innanzitutto perché il Sindacato non è un Partito, con tutto quello che ne consegue, poi perché   il popolo non è solo composto da quelli che sono  o sono stati classe operaia che in qualche modo nel sindacato si riconoscono, ma sono soprattutto i componenti della nuova classe debole e disagiata, composta da precari e disoccupati, false partite iva , ed i giovani senza speranza che nemmeno cercano lavoro. 

Questo ovviamente non significa che, defunta o meglio pensionata la classe operaia,  la ideologia della sinistra sia finita, come pretenderebbe Renzi, che cerca di individuare negli imprenditori i nuovi soggetti deboli (sic) , definendo "eroi" gli artigiani ed altre baggianate del genere. 

Significa solo che la sinistra è rimasta orfana di un Partito che la rappresenti e che abbia il coraggio di individuare nella massa di disoccupati e sottoccupati , nei nuovi poveri , in quel 30,8% non riesce ad arrivare a fine mese con le proprie entrate,  tra quanti arrivano comunque alla fine mese quel  51,8%, riuscendovi  soltanto utilizzando i propri risparmi. In quella massa insomma  di milioni di persone in continuo aumento che stanno venendo emarginati dalla Società del turbo capitalismo e da un sistema che abolisce il lavoro in favore della finanza, spesso creativa  il terreno nel quale creare il germoglio di una nuova speranza

Perché è chiaro che se questa maggioranza silenziosa avesse un obiettivo, la sua massa di manovra sarebbe tale da riuscire a mandare a casa tutta la Casta, o almeno di ridurla a più' miti consigli

E' altrettanto chiaro che pensare di riuscire a coalizzare tutto il Partito del Non Voto è una pia illusione . Pero' è anche vero che un Partito che riuscisse nell'intento di ricreare un soggetto politico verso il quale le persone di sinistra si potessero riconoscere, potrebbe diventare un elemento forte, in grado di condizionare la scena politica

Purtroppo non manca nel nostro pessimistico panorama chi ha tentato, ed è in parte riuscito a catalizzare l'attenzione dei delusi verso un soggetto politico che doveva fornire una vera alternativa, solo  per poi naufragare nella propria inconsistenza, nella propria incapacità di andare oltre la protesta per costruire qualcosa di solido e stiamo naturalmente parlando di Grillo e del suo M5S 

Per cui , esaurita anche questa possibilità, l'unica via che rimane , l'unica speranza è quella che dal PD escano, se ancora esistono, quei soggetti portatori di valori veri, quei soggetti che si sono immolati per la creazione di questa specie di Frankestain politico , e che con pazienza ed umiltà ricostituiscano un percorso abbandonato troppo in fretta per ripartire, in questo nuovo medioevo post tecnologico, con un cammino che restituisca speranza e dignità alle persone.  Che si disconoscano dal pericoloso percorso che sta portando il PD a divenire il Partito Unico, il Partito nazionale al quale manca solo la F finale per rievocare un tragico passato e lo svuotino della forza che attualmente sta sostenendo un pericoloso Uomo solo al comando, e che tra l'altro sta  riducendo il ruolo di tutti gli uomini che compongono il PD a semplici comparse al cospetto del Re....uccio.

Se questo non succederà, allora vuol dire che la Sinistra in Italia  è proprio senza alcuna speranza, accompagnata della rottamazione da Matteo Renzi, 

RIP

sabato 8 novembre 2014

LA PRESUNTA "MORTE" DEL SINDACATO

Il dibattito sul cosiddetto Jobs Act di Renzi (che sarebbe più' corretto chiamare Job Attempt) ha riportato alla ribalta un tema che ritorna con sempre maggiore insistenza. IL Sindacato esiste ancora? E' morto? E' morente? Ha ancora ragione di esistere? E' al tramonto?

Questa riflessione in particolare nasce dalla lettura di un lungo servizio pubblicato sul Venerdi di Repubblica titolato : IL sindacato non c'è piu ? ....E' una domanda alla quale va data una risposta

 Credo sia corretto dire che il sindacato come era inteso negli anni 70, il Sindacato con la S maiuscola sia pure distribuito nella sua multiformità di nomi e di sigle che ha ottenuto la Legge 300/1970, altrimenti conosciuta come Statuto dei Lavoratori di cui il più' famoso è l'rt.18, il Sindacato che ha fatto la storia del lavoro, che ha regalato dignità a lavoratori che prima ( e stiamo parlando anche degli anni 50 del secolo scorso) venivano sfruttati come servi della gleba, che ha annoverato tra le sue file morti ammazzati in nome di una idea, che ha mobilitati masse enormi, che ha segnato un epoca sia effettivamente giunto al termine del suo cammino 

 Ed è giunto al termine del cammino sin qui compiuto in questa forma perchè sono cambiati i parametri che lo tenevano in vita, è cambiato il mondo, così' cambiato che siamo tornato indietro di secoli, in una specie di medioevo post moderno nel quale si stanno azzerando tutti i valori sino ad ora noti.

Nei vari articoli che si leggono a questo proposito, per esempio, uno dei dati che viene riproposto con insistenza è che elevati percentuali degli iscritti ai vari Sindacati sono pensionati. E questo è vero: in parte è dovuto al fatto che in questo Paese i Pensionati sono molti ma anche al fatto che prima le miopi politiche di liberalizzazione legate alla globalizzazione, e poi la crisi hanno prodotto le condizioni per le quali moltissimi di coloro i quali oggi in Italia sono occupati, lo siano in modo precario. E tutti i precari sanno quanto poco salutare, ai fini della conferma del posto di lavoro o di una eventuale riassunzione, essere iscritti ad un Sindacato, Poi ci sono quelli che per poter lavorare sono divenuti delle (false) partite IVA . In definitiva, gli iscritti sono di molto diminuiti nella parte dei lavoratori attivi, in parte perché si sono create le condizioni per le quali sempre meno persone hanno la possibilità, prima ancora che la voglia , di iscriversi ad un Sindacato.

Poi, certo, ci sono anche altre cause. La crisi di credibilità.   Alcune lotte, o fasi di lotta, alcune contrapposizioni perseguite dal Sindacato sono fallite, come la vertenza Fiat del 1980 terminata con la marcia dei 40.000 . IL Sindacato , in questo è evidentemente la parte più' debole perché un fallimento conta molto più' di tantissime vittorie. Non si possono intraprendere lotte senza scontentare qualcuno , ed il Sindacato in questo non ha fatto eccezione . 

 Successivamente, in particolare con l'avvento del Berlusconismo, è iniziata la fase acuta da parte della Politica e della imprenditoria del tentativo di fare scomparire il Sindacato, e non solo per motivi strettamente legati al mercato del lavoro o al costo del lavoro 

La sistematica delegitimazione del Sindacato, che procede da vent'anni, ha molto verosimilmente lo scopo di togliere di mezzo l'unico soggetto ancora portatore di democrazia in Italia. Infatti, in Politica già dal Porcellum è venuta a mancare una componente fondamentale della Democrazia che è il controllo. Il cittadino non può' più' punire il politico che non mantiene le promesse togliendoli il suo voto, ne decidere quale dei componenti della lista che vota siederà sugli scranni del Parlamento. Può' decidere allora di non votare la lista, ma il sistema elettorale ha creato una situazione per la quale le liste diventano due ed allora o vota per la lista che meno contrasta con le sue idee, magari turandosi il naso, oppure semplicemente non vota ma anche questo danneggia ben poco i politici perché minori sono i voti in gioco, minori sono le variabili possibili. 

 Questo sistema perverso ha raggiunto la sua apoteosi con gli ultimi Governi dei non-eletti, dei quali Renzi rappresenta la massima espressione: una banale scalata all'interno di un Partito al 25 % dei voti gli ha messo in mano il Paese. Certo, in questo ha avuto la complicità di una lista di colore opposto al suo, governata da Berlusconi e questo assume una duplice valenza: da un lato catalizza su di se il consenso di frange di entrambi gli elettorati, dall'altro fa passare il messaggio che votare contro di lui non serve praticamente a niente perché anche i suoi avversari si alleano con lui .

IL Sindacato , al di là di tutte le critiche, spesso gratuite che riceve, è democratico, anche se naturalmente molti non lo sanno. Sono infatti i lavoratori della base che votano i delegati che ricoprono le cariche minori i quali a loro volta eleggono i rappresentanti che votano i delegati alle cariche più' alte sino ai vertici del Sindacato. Molti non lo sanno perché semplicemente non si interessano di questo aspetto della loro vita di iscritti, che spesso disertano perché non ne comprendono la importanza, o perché molto italianamente preferiscono delegare piuttosto che decidere. Succede così' che assemblee nelle quali vengono votati i delegati di realtà lavorative che occupano centinaia di persone, vedono la presenza di poche decine di lavoratori.

Eppure il Sindacato può' rivelarsi , e probabilmente oggi si sta rivelando l'unico soggetto capace di coagulare attorno a se forze politiche e sociali motivate a fare sopravvivere un ruolo sociale del Lavoro, la dignità dei lavoratori , ma anche un minimo di giustizia sociale , un welfare degno di questo nome ed in senso più' ampio, una Società al servizio dell'uomo, del Cittadino, della Famiglia e non della finanza . L'Uomo al centro, come soggetto e non come componente di valore trascurabile. 

La Politica che alimenta se stessa, la Casta se vogliamo, il nucleo dei poteri forti questo lo sa molto bene e da almeno vent'anni, con l'avvento dei Berlusconi e del cosiddetto Berlusconismo, perpetuato anche dai Governi successivi, Monti, Letta e Renzi ha condotto un lavoro costante e logorante per annullarne l'influenza sulla popolazione dei Lavoratori.

Il sistema che è stato usato è stato quello di proporre l'idea che il Sindacato fosse un soggetto autonomo , distaccato ed estraneo dalla massa dei Lavoratori , simile ad un Partito Politico.

Paradossalmente, per smantellare il Sindacato la Politica ha attinto allo stessa avversione che i Cittadini hanno verso la politica stessa ed i Partiti, utilizzando diversi strumenti. 

Uno ovviamente è il potere mediatico, che per esempio con Berlusconi è arrivato al controllo pressoché totale delle televisioni del Paese. Il Secondo è stato quello di approfittare della debolezza del Sindacato dovuta alle prime crisi occupazionali per imporre una serie di Leggi che, con la pretesa di introdurre forme di flessibilità che aiutassero la ripresa delle assunzioni, hanno di fatto gettato le basi per un indebolimento ulteriore ed in progressione geometrica del potere di pressione del Sindacato stesso , nel momento in cui la veloce precarizzazione dei posti di lavoro ha avuto l'effetto di diminuire sia gli iscritti (i precari difficilmente si iscrivono ad un Sindacato) sia le possibilità di azioni di lotta perché la presenza di precari, che ovviamente non scioperano, nei posti di lavoro limitava di molto l'efficacia di eventuali azioni di protesta 

 Un ulteriore passo, conseguente all'indebolimento del Sindacato, è stato quello di iniziare a parlare di Leggi del lavoro escludendo di fatto i Sindacati , che si sono trovati messi alla porta in diverse situazioni, alimentando l'idea che i Sindacati fossero ormai qualcosa di isolato ed obsoleto. 

In alcuni casi , eclatante il caso di Marchionne alla Mirafiori, le parti datoriali si sono rivolte direttamente ai lavoratori con referendum o consultazioni dirette , ignorando il sindacato anche in aperta violazione all'art.28 della Legge 300 1970 (condotta antisindacale) cosa che solo marginalmente ha potuto essere arginata per le vie giudiziarie

 Il passo successivo (ed estremamente attuale) è stato quello di cercare di mettere pubblicamente alla berlina il Sindacato da parte del Governo o comunque della classe Politica accusandolo proprio delle cose che non ha avuto la possibilità di fare: accusandolo di avere voluto la precarizzazione, di non avere partecipato alla costruzione delle Leggi sul lavoro, ed in senso ampiamente generalizzato di avere "provocato la crisi" di avere "massacrato i lavoratori" e tutta una serie di accuse non definite , non articolate, lasciate alla immaginazione di una opinione pubblica decisamente ostile a tutto ciò che appare in qualche modo istituzionale  - E TUTTO QUESTO, in un ottica di contrapposizione totale, nella idea - questa si tutta italiana - che i lavoratori, Sindacati in testa, non siano una parte integrante del Lavoro, della Produzione, del Progresso, non siano una parte con cui trovare una collaborazione per il bene comune ma che siano un avversario da sconfiggere e soggiogare, con un cavallo da domare e poi mettere a tirare un aratro  senza capacita critica senza contributo intellettuale e creativo 

 A questo si somma l'ansia di molti Dirigenti Sindacali di fare autocritica ed ammenda "ammettendo" che il Sindacato "ha fatto molti errori"

 Va detto che sicuramente il Sindacato ha fatto alcuni errori, ma questi andrebbero accuratamente analizzati per comprendere quali sono effettivamente le "colpe" 

 Una cosa che va detta è che il Sindacato è stato colpevole nel non informare con maggiore puntualità e chiarezza i Lavoratori in merito a tutto quello che faceva, perché il lavoro del Sindacalista è duro ed ingrato, i risultati che si raggiungono e che possono essere evidenti a tutti sono sempre scarsi, e questo alimenta la diceria che "I sindacalisti non fanno mai niente" Il Sindacato ha probabilmente la colpa di avere cercato in maniera eccessiva di accontentare le esigenze del momento dei Lavoratori, e di avere invece fatto meno per produrre progetti lungimiranti. 

In questo pero' sarebbe bello poter fare comprendere a tutti quanto sia facile per una sigla sindacale perdere iscritti , e quindi peso nella discussione, ad ogni banale richiesta di questi ultimi non soddisfatta puntualmente.

 I Lavoratori che criticano il Sindacato dimenticano facilmente le assemblee alle quali non hanno partecipato, gli scioperi ai quali non hanno aderito, il sostegno ai propri rappresentanti che non hanno avuto il tempo o la voglia di dare. I volantini che non hanno avuto il tempo di leggere., dimenticando che il Sindacato è tale solo con la partecipazione di tutti i Lavoratori, e che non basta pagare una tessera: come in tutte le cose democratiche , risulta fondamentale l'esercizio del potere di CONTROLLO sui propri rappresentanti

 E d'altra parte , non si analizza a sufficienza il fatto che le accuse di scarsa attività, di scarsa lungimiranza , di insufficiente senso di Responsabilità ( che chissà perché devono avere solo i Lavoratori e mai Imprenditori e Politici) di mancanza di correttezza, per arrivare alle accuse di corruzione di alcuni esponenti sindacali o di utilizzo improprio di fondi , di contributi pubblici eccetera PROVENGONO DA UNA DELLE CLASSI POLITICHE MAGGIORMENTE CORROTTE DEL MONDO, CON UN PARLAMENTO AMPIAMENTE COMPOSTO DA PREGIUDICATI , indagati, collusi, in un Paese dove l'evasione fiscale è tra le più' alte al mondo , protetta proprio dalla Politica , e che non brilla assolutamente per correttezza e rispetto delle Istituzioni

 IL Sindacato non è certamente morto, ed una Piazza San Giovanni in Roma con un milione di persone a protestare ne è la dimostrazione più' che evidente . Certamente il Sindacato si deve rinnovare , deve adattarsi ai tempi odierni, nei quali non può' più' confrontarsi con la Politica perché E' LA POLITICA A NON ESISTERE PIU', ostaggio di corporazioni, personalismi, Partiti privati di questo o quel esponente politico . Il Sindacato si troverà inevitabilmente a dover gestire il ruolo difficile e scomodo di soggetto politico di riferimento per quella parte dei Cittadini che non si riconosce nella Casta , che non ritiene sia possibile uscire dalla Crisi saltando su questo o quel carretto del vincitore ma che crede che per venirne fuori bisogna rimboccarsi le maniche e lavorare, ricostruire le Istituzioni prima ancora di riformarle , che bisogna ritrovare la dignità del Lavoro e dei Lavoratori, specie in questo mondo i precari, che bisogna ritrovare un equilibrio nel quale LE PERSONE VENGANO CONSIDERATE in quanto esseri umani e componenti della Comunità e non soltanto sulla base del potere economico e finanziario che sono e non sono in grado di muovere

martedì 30 settembre 2014

GUSTI DI FRONTIERA........UN'ALTRA GORIZIA

Gorizia, dignitosa e paziente. Gorizia di cui nella memoria del viaggiatore distratto, rimangono piu' facilmente le paciose ville in stile liberty  ed i loro giardini all'italiana del centro, attorniati da siepi di bosso ritagliate con severo puntiglio, che i palazzi cinque-secenteschi delle vie attigue al Castello. Gorizia dei polverosi monumenti ai caduti della grande guerra. Gorizia noiosa e solenne, con i giardini pubblici nei quali severi lampioni asburgici si levano ai bordi di spiazzi di ghiaino fine accuratamente rastrellato. Gorizia delle scuole superiori e delle caserme, del vescovado e del Seminario. Gorizia abitata da militari ormai in pensione, Gorizia dalle panetterie ancora con i banconi di legno dietro i quali si muovono commesse con camice e cuffietta,....... Una volta l'anno si trasforma

Non c'è altro posto nel quale si possa immaginare ambientazione migliore per la manifestazione Gusti di Frontiera, momento di incontro magico tra le culture di tutta Europa ed anche oltre. Gorizia, divisa da sempre tra le sue anime italiana e slovena, con l'incombente ricordo del suo passato asburgico, attraversata da sempre da migrazioni è un posto dove ciascuno puo' sentirsi a casa. In questi pochi giorni, Gorizia infatti si riscuote dal torpore dell'isolamento nel quale è rimasta sprofondata per i troppi anni nei quali le vicende politiche l'hanno trasformata nella Fortezza Bastiani del Deserto dei Tartari dI Buzzati. 

E come un anziana zia, che all'arrivo dei nipotini riesce a trovare l'energia per staccarsi dalla sedia a dondolo ed accendere il fuoco per cuocervi i biscotti, riscopre la sua anima di crocevia, di luogo di passaggio come se per un attimo si fossero riaperti  i percorsi carovanieri tra est e ovest , ed i mercanti in transito si  fermassero un momento per un mercato improvvisato che rompe le geometrie statiche di una citta addormentata, ne rompe gli schemi e gli usuali silenzi, e la trasforma in caravanserraglio, luogo di incontro e di celebrazione della gioia dell'incontro. Danze moderne e tribali, musiche moderne e tradizionali si fondono tra i densi  fumi delle cucine balcaniche , i fuochi di legna su cui arrostiscono i quarti di manzo dell'asado argentino le bancarelle di dolciumi e le ragazze ungheresi che preparano instancabili il Kurtoskalacs facendo rotolare cilindri di legno sulle braci per fare caramellare lo zucchero sparso sulle strisce di pasta arrotolate . Le bande di ottoni dell'est europeo fanno a gara con le chitarre elettriche dei gruppi rocke metal, che a loro modo evocano anch'essi nei ritmi e nei suoni un qualcosa di tribale e di atavico. Brillano le luci delle discoteche improvvisate, ma in molti  luoghi è ancora la magica luce del fuoco che restituisce i contorni di visi rubizzi e scintilla negli occhi e nei bicchieri di vino. E' il fuoco dei braceri , ove girano sugli spiedi interi maialini da latte,  che si riflette negli occhi dei cucinieri, uomini grandi come rinoceronti, dalle mani sapienti e delicate, e donne con il fazzoletto per  nascondere  i capelli sui cui visi severi spunta  un ruvido sorriso buono...... è il fuoco delle candele infilate nei bicchieri ed appoggiate sulle botti di legno che fungono da tavoli nei vicoli e nelle piccole piazze della città vecchia. .E' la fiamma delle lampade appoggiate sui tavoli che, solo per questa notte, ingombrano i vicoli per ospitare la festa di Gusti di Frontiera

Gorizia si anima nelle vie e nelle piazze, si trasforma e diventa una città onirica ed astratta . Nessun evento appare sproporzionato, concerti , giocolieri ed una folla straboccante ....il chiassoso capannone dei cibi sudamericani vibra di musica brasiliana, di ritmi cubani ...un argentino grida per richiamare i visitatori ad assaggiare il suo asado, e dichiara che da domani, quando la festa sarà finita, grande sarà il Suo dolore perchè gli mancheremo. I serbi, dal viso brutale e dai modi gentili cucinano montagne di cevapcici e pleskavice tra nembi di fumo vaporoso. I francesi dall'aria severa, con i loro fazzoletti al collo colano formaggio su ogni cosa, mentre gli spagnoli dai denti bianchissimi preparano la Paella in pentole cosi' larghe che non passerebbero da un cancello di casa. 

E un fiume in piena, quello della gente che esplora questo nuovo , fantastico effimero mondo.

Famiglie, mamme con i passeggini, compagnie di ragazzi vestiti tutti uguali per un folle addio al celibato, ragazze elegantissime mescolate a compagnie di motociclisti vestiti di pelle. Gruppi di adolescenti rumorose che sgomitano ridacchiando per infilarsi dappertutto, anziani dall'aria stupefatta e disorientata. Uomini donne e bambini di tutte le età e dalle origini piu' disparate, e tanti, tanti giovani, allegri ridenti, ragazze esili che portano bicchieri di birra piu grandi di loro, bambine riunite in cerchio che cercano di far volare una mongolfiera appena acquistata e che vola grazie ad un minuscolo fornello che il loro babbo tenta di accendere con il suo accendino.... E poi ragazze che sorridono timidamente dai chioschi che portano il messaggi pubblicitario dei casino' della Slovenia o di qualche località turistica dell'Austria, una bambina di forse dodici anni con un camice bianco  ed un berretto bianco in testa da cui esce una biondissima coda di cavallo cerca di attirare i visitatori al chiosco dove la sua famiglia attizza il braciere di una griglia...e poi ad un tratto, solo girando un angolo, il fragore cessa di colpo...ed in questo mondo fantastico...nelle sue vie piu' nascoste , un ulteriore incanto si compie. Antichi negozi e locali chiusi da tempo , ritrovano vita per una notte. Riaperte le saracinesche  arrugginite, riaperti portoni logori e polverosi, ospitano tavoli in legno sui quali si posano candele accese, bicchieri di vino , una vecchia ferramenta rivive per pochi giorni come enoteca, dai cassetti in legno in cui venivano riposte le viti ed i cardini da vendere, emergono i colli di bottiglie pregiate...e poi ancora altri portoni chiusi da tempo si aprono e si scoprono cortili nascosti 

Si riscoprono angoli dimenticati o mai conosciuti come fantasmi. 
Una strada di fantasmi,… di piccoli fantasmi furtivi che sussurravano nella notte. Fantasmi di bambini che giocavano, fantasmi di tricicli rovesciati e di trenini sparpagliati nella polvere. Fantasmi di brave donne di casa riunite a raccontarsi gli ultimi fatti del giorno. Fantasmi di saluti gridati da una casa all'altra. Fantasmi di caminetti accesi e di comignoli fumanti in una notte d'inverno. ( c.to Clifford Simak,  City)

Emerge il ricordo di una Gorizia che è stata, e che ancora in qualche modo sopravvive nei nostri ricordi. E' un viaggio nella memoria, senza tristezza, che evoca una dolce, piacevole nostalgia.

Un portone aperto, un vialetto tra i vecchi muri approda ad una vecchia osteria, con il bancone di legno, che ormai non esiste piu' ma che solo per stanotte sarà ancora qui . Oltre il bancone una scala si arrampica sino ad un cortile sospeso tra i tetti, un luogo magico, mattoni rossi e pietre bianche, una magnolia ed una palma, muretti e scalini. Pochi tavolini, ci sono anche qui le candele. Servono goulash o minestrone, vino di casa e pochi affettati. Un gruppo di cinque elementi, su un palco improvvisato sotto un ombrellone,  suona una musica dolce....., la gente respira appena, rapita, raccolta, attenta. Ci vogliono diverse canzoni per comprendere che queste dolci parole non sono straniere, è un gruppo friulano che mette in musica delle poesie. Il frastuono adesso è lontano, il vento leggero. Sopra di noi , le stelle, Ed una piccola  mongolfiera, gialla, sospinta da un minuscolo fornello acceso nella vicina piazza da un gruppo di bambine e dal loro papà, ondeggia, si innalza, sparisce...stella tra le stelle. C'è la musica, c'è il vino........  Gusti di Frontiera è anche questo. Buona notte....

martedì 23 settembre 2014

CARO RENZI, LO VUOI SAPERE DOVE ERAVAMO?

 "Dove eravate in questi anni quando si è prodotta la più grande ingiustizia che ha l'Italia, l'ingiustizia tra chi il lavoro ce l'ha e chi non ce l'ha, tra chi ce l'ha a tempo indeterminato e chi è precario, e soprattutto fra chi non può pensare a costruirsi un progetto di vita?", 

Vuoi sapere dove eravamo, Uomo dei miracoli?
 Eravamo al nostro posto , a cercare di riportare l'uomo ed il lavoro al centro della discussione, mentre la politica scellerata  creava I presupposti per ridurre tutti noi a numeri, con l'unico scopo nella vita di produrre numeri per alimentare una sciagurata politica che in progressione geometrica ha velocemente messo la finanza al posto del lavoro, una finanza spesso "creativa" che ha prodotto la spaventosa voragine nella quale ci troviamo oggi.

Eravamo in prima linea a cercare di frenare le politche del lavoro , che con il pretesto della "flessibilità" hanno progressivamente aumentato in maniera spaventosa il precariato , quando sono state varate Leggi  che a fronte di una maggiore "flessibilità" del mercato del lavoro , si sono dimenticati le tutele per I Lavoratori 

Eravamo alla porta delle stanze del potere, dentro le  quali si discuteva del mercato del lavoro senza le parti sociali, moda che è stata iniziata dai governi di destra , dei quali il governo Renzi è degno successore, visto che la manfrina continua.( Avremo I sindacati contro? Ce ne faremo una ragione..) 

Eravamo e siamo allibiti ad ascoltare parolai senza coscienza e senza morale, che cercano di convincere I cittadini che la mancanza del lavoro non è colpa dei degli imprenditori che non investono, dei politicanti che rubano, della corruzione, del malaffare, delle collusioni tra mafia e politica , della incapacità della politica di creare dei progetti credibili, della illegalità, della burocrazia asfissiante , della mancanza di investimenti nella ricerca e nella innovazione , della scarsa o nulla credibilità delle Istituzioni, della mancanza di una politica e di una credibilità internazionale, del macigno del  debito pubblico piu' grande del mondo...... Ma che invece la colpa dei lavoratori, e dei loro rappresentanti. Come se fossero I Sindacati a produrre il lavoro. Come se fossero questi sindacati che le Leggi che regolano il lavoro le debbono ascoltare dall'uscio di una porta, a decidere. Come se fosserp I sindacati a distruggere progressivamente la Scuola e l'istruzione e quindi la ricerca, fonte di innovazione. Come se fossero I Sindacati a decidere il carico di burocrazia che un imprenditore deve sopportare, le tasse che deve pagare

Vuoi difendere I diritti di Marta 28 anni che non puo' avere la maternità e di Giuseppe 50 anni che non puo' avere la cassa integrazione? Ah, si? E perchè per difendere I diritti di queste persone vuoi abolire I diritti di tutti gli altri lavoratori? Forse che togliere I diritti ai lavoratori aiuterà questi signori? O non è che forse aiuterà te a meritarti I favori di Silvietto tuo caro? 

Dici che non bisogna restare aggrappati ai valori del passato? O perchè mai, forse che tu ne hai di migliori nuovi nuovi? E quali sarebbero? Dovremmo rinunciare alla dignità del lavoro, per te ormai cosi' demodè in cambio di cosa? Quali sono I valori del passato al quale sarebbe moderno rinunciare? La dignità del lavoro, il valore dell'uomo,  la speranza? In cambio di cosa? Di un paio di catene nuove? 
Caro Renzi, come gelataio eri patetico, volevi fare del sarcasmo ma ...diciamo che non ci sei riuscito e la chiudiamo qua.

Eppure riesci meglio come gelataio che come politico.Si dice che è un vero peccato che tutte le persone capaci di risolvere I mali del Paese siano troppo occupate a tagliare I capelli o a guidare I Taxi...oppure, aggiungo io , a rubare il mestieri al Gelataio. Perchè, per esempio , quella di distribuire 10 miliardi di euro a casaccio con la politica degli 80 euro, è proprio una idea da gelataio. O da tassista, da barbiere. Quello che volete. Comunque, da chi la politica la immagina dalla sua piccola bottega, non certo di uno statista preparato e serio

Ora riuscirai dove ha fallito il tuo padrone Berlusconi, a spazzare via I diritti dei lavoratori. Cosi' avremo l'Italia che hai sempre sognato. Tutti servi e pochi padroni, alla faccia della sinistra. Poi l'abolizione dell'art.18 farà la fine dei tuoi 80 euro, non muoverà un millimetro di PIL, ma intanto avrai guadagnato abbastanza voti dalla destra da rimanere in sella , sulla cima della Casta , quando qualcuno della sinistra, qualcuno che ha il cuore che veramente batte a sinistra,  si accorgerà della cazzata monumentale che ha fatto a votarti .

E cosi' si andrà avanti con questo bicameralismo veramente perfetto, centro destre da una parte ed il tuo finto centro sinistra in realtà piu' che a destra dall'altra

Un unica domanda.....nel lettone matrimoniale tra voi due ....chi sta a destra? 


La vera libertà individuale non può esistere senza sicurezza economica ed indipendenza. La gente affamata e senza lavoro è la pasta di cui sono fatte le dittature.

FD Roosvelt

domenica 14 settembre 2014

UN PAPA IN UTILITARIA

INDIZI VISIVI



La foto, scattata da una fedele,  del Papa che passa per il Paese seduto sul sedile posteriore di una anonima utilitaria, suscita qualche riflessione. Nell’epoca della comunicazione globale, infatti, la visita di un Papa assume un significato diverso che in passato: un tempo , l’unico modo per vedere un  Papa e sentirne la voce era quello di recarsi nel luogo ove egli si trovasse,  compiendo un viaggio sino a Roma, (quando recarsi a Roma era un vero  viaggio) , oppure in un luogo ove egli  fosse  in visita. Quindi la visita del Papa serviva realmente a diffondere un certo tipo di presenza e di immagine. Ma oggi, nell’epoca della televisione e di Internet, vederlo ed ascoltarlo sia pure su uno schermo è divenuta cosa banale. , e quindi lo spostamento fisico del Pontefice in un luogo piuttosto che in un altro, assume un significato diverso e  fortemente simbolico. Ora, siamo abituati in tutti i campi a vedere i simboli porti in un certo modo, esaltati, rafforzati. E non a caso, la celebrazione di Redipuglia ha visto la preparazione di un cerimoniale adeguato. Ma a questo cerimoniale, papa Bergoglio si è in parte sottratto, e la celebrativa ed imponente “papa mobile” è stata sostituita da una vettura sulla quale normalmente si spostano le Famiglie. E ad una gita in famiglia sembra assomigliare l’immagine nella quale il  Pontefice , seduto sul sedile posteriore dell’utilitaria vicino al finestrino aperto, saluta con la mano, ed il cenno benedicente, costretto dalla ristrettezza dell’abitacolo e dal finestrino che non si puo’ abbassare completamente (sicurezza bambini) assume le sembianze del cenno sbarazzino con la mano che potrebbe appartenere appunto ad un anziano zio che sta partendo per una gita con i famigliari.
Ora, una vista pastorale a Redipuglia è certamente un fatto storico, accade circa una volta ogni vent’anni che un Papa si rechi nella nostra Regione, ed un certa ritualità è cosa forse non dovuta ma di certo attesa. Se pero’ da un lato questo atteggiamento di rinuncia ai simbolismi del potere, come le vetture lussuose, puo’ essere letto come un segno di avvicinamento alla gente comune, dall’altro fa anche pensare in senso piu’ ampio  ad un desiderio di rinunciare agli orpelli ai quali la Chiesa si è sempre in qualche modo appoggiata per “stupire” i fedeli. Ogni volta infatti che in occasioni diverse viene chiesto ad esponenti della Chiesa  quale sia il senso di tanta magnificenza nelle Chiese e nei tesori del Vaticano di fronte alle miserie del mondo, le motivazioni che emergono convergono sul bisogno di celebrazione della fede e, di base, di offrire una certa immagine della Chiesa che incuta in qualche modo anche soggezione e rispetto. Il papa in gita nella Volksvagen blu non incute soggezione, ma simpatia ed immediatezza anche se la sua vettura era al centro di un corteo e di una scorta e suggerisce il concetto importante che forse di certi orpelli ormai la Chiesa puo’ fare a meno. E’ un messaggio, per cosi’ dire, politico, che si presta a molte interpretazioni e che potrebbe suscitare non pochi mal di pancia ad un certo clero. Un atteggiamento che, se da un lato ha deluso diversi fedeli , privati della possibilità di un certo tipo di manifestazioni di giubilo, sulla lunga distanza potrebbe assumere un forte significato, capace di cambiare e molte cose nella Chiesa.




martedì 2 settembre 2014

IL RE NUDO CON.....UN GELATO IN MANO



Abbiamo visto tutti, credo, il siparietto tragicomico di Matteo Renzi, Presidente (?) del Consiglio, davanti a Palazzo Chigi, con il gelato in mano. L'idea di Renzo era di ripondere in maniera ironica ad un articolo del prestigioso settimale inglese ECONOMIST , traendo spunto dalla illustrazione di copertina che lo ritraeva , appunto, con  un gelato in mano, assieme alla cancelliera tedesca Merkele ed al Presidente francese Holland in piedi su una barca formata da un biglietto da venti euro che affonda, mentre un Draghi scamiciato tenta con un secchio di svuotare l'imbarcazione per evitare il naufragio.
Il titolo tradotto in italiano è «Quella sensazione di affondare (ancora)» e riguarda le difficoltà economiche che sta attraversando l'eurozona.  L'articolo parla appunto della crisi dell'Europa dell'Euro, indicando cause e possibili scenari, descrivendo le condizioni attuali, in deterioramento rispetto all'illusoria ripresa dei mesi appena trascorsi, e inquadra le situazioni delle tre maggiori economie, Germania Franecia ed Italia sottolineandone le criticità .

Quanto al significato del gelato, ecco , chi lo giudica il simbolo odierno della italianità in passato caratterizzata da spaghetti e mandolino, chi invece ci vede l'intenzione di definirfe Renzi come un bambino che mangia il gelato inconsapevoole della rovina incombente... Ma quale che ne sia il significato, Renzi ha voluto costruire questa scenetta, facendo venire davanti al palazzo romano  un carretto di gelati della prestigiosa ditta Grom, con un costo della operazione che sembra sfiorare i 1000 euro non si sa bene pagati da chi.  

IL seguito è noto, e la scenetta che voleva essere spassosa ed ironica e  restituire di  Renzi una immagine vincente in realtà si è rivelata stereotipata e vacua, non ha scatenato un ideale applauso ma è caduta nel vuoto. Il finale di Renzi che dopo avere inutilmente offerto il gelato a tutti si allontana cacciando in mano l'ormai scomodo cono sgocciolante in mano ad una collaboratrice , è emblematica della riprova che l'immagine di Renzi si sta rapidamente logorando.

Forse qualcuno comincia ad intuire che dietro a questo rumoroso e chiacchierone giovinotto dalle belle speranze, non c'è tutto quello che si immaginava. Matteo Renzi si è proposto come l'uomo uragano che doveva rottamare tutto e tutti , cambiare l'Italia prima in 100 giorni poi adesso sembra in mille... Ma che sino ad ora non ha creato null'altro che una grande confusione, un grande polverone che rende difficile comprendere i contorni di quello che sta succedendo e che in realtà è molto diverso da quello che alla gente piace immaginare,

Infatti, il grande rottamatore è riuscito a rottamare solo la parte piu' a sinistra del suo partito, quella che avrebbe potuto mantenere la barra un poco a sinistra e mantenere una identita al PD , mentre che ha tutt'altro che rottamato, per esempio, Berlusconi.  

Quello che ha fatto il grande innovatore non è stato altro che blindare la Casta, una Casta che correva il rischio di sbriciolarsi perchè , tra astensionisti e grillini il margine dei voti si stava pericolosamente riducendo , e si rischiava di dovere cambiare veramente le cose. Per cui, con grande abilità dialettica e manipolatoria, dichiarando di volere cambiare l'Italia, e strombazzando a quattro venti riforme di ogni tipo che cosa ha fatto? Ha distribuito 80 euro a pioggia, con un intento ed effetti non dissimili dalla manovra di Berlusconi sull'ICI, e sta galoppando a spron battuto su riforme che nulla hanno a che vedere con la ripresa economica dell'Italia, il lavoro , la disoccupazione e le cose veramente importanti. Detto tra noi, se i dieci miliardi utilizzati nella manovra degli 80 euro  fossero stati utilizzati per saldare parte del debito che lo Stato ha con le Imprese, questo si che avrebbe dato fiato e fiducia all'economia....ma non era abbastanza attraente come  spot elettorale. 

Invece eliminando il Senato, e modificando legge elettorale e Costituzione quanto basta, riusciranno, questo si,  a blindare  per bene la Casta, composta ormai di persone che non fanno nemmeno finta di appartenere a questo o quel partito, nel grande calderone di questo compromesso tra PD e PDL che fa veramente impallidire quello cosiddetto storico degli anni 70 tra DC e PCI.

Ora, in Europa, se non altro nel Regno Unito, qualcuno riesce a vedere che i vestiti nuovi dell'Imperatore non esistono , e che il Re è veramente nudo.Certo, non lo vogliono vedere tutti coloro i quali lo hanno sostenuto, aiutandolo a sbarazzarsi dei vecchi leader del Partito , in quella eterna,  affannosa ricerca tutta italiana dell'"Uomo della Provvidenza" del Deus Ex Machina che scende dalle stelle e risolve tutti i problemi, consentendoci di continuare la nostra vita senza impegno, senza senso dello Stato, di continuare insomma a delegare e lamentarsi. 

Ma credo che sia ora di accorgersi che il nostro Renzi non è parte della soluzione ma bensi parte del problema, e che il Re , con tutte le sue chiacchiere e le sue battute, è nudo. Con in mano, gocciolante e mezzo sciolto,  un patetico gelato. E noi, che siamo intorno a sostenerlo se non altro con il nostro silenzio acquiescente, ben presto in mano avremo solo...il classico cerino

lunedì 11 agosto 2014

L'ECONOMIA DEL LITORALE TRA PORTOPICCOLO ED IL RIGASSIFICATORE

Inaspettato e sorprendente,il  villaggio   inaugurato in questi giorni a Sistiana e battezzato Portopiccolo , offre una atmosfera particolare. Concepita come la materializzazione dell'immagine che si puo' avere di un ideale paesino costiero, con le case innestate con grazia le une sulle altre ed inerpicate sulla costa, il porticciolo , la piazzetta, le stradine in salite con gli ampi gradini che ricordano forse i vicoli di Napoli,. ....gli scorci che evocano dejavu' di film italiano in bianco e nero della prima metà del secolo scorso , la cura dei particolari e l'utilizzo di materiali naturali , si fa fatica a pensare ad un opera appena realizzata. Portipiccolo è appena nato e già è storia.


 I progettisti sono riusciti a donare a questo villaggio un qualcosa che risveglia l'istinto ancestrale del rifugio, del nido.....della casa. Sono riusciti a cogliere quel qualcosa di indefinito che fa la differenza tra un paese veramente vissuto ed una finzione scenica, e proprio per questo a Portopiccolo non ci si sente estranei. Sicuramente un progetto ben pensato e ben realizzato. Sorprendente, appunto , perchè per quanto se ne abbia sentito parlare, il suo impatto riesce comunque a stupire. 
Il target di persone per le quali è stato pensato è naturalmente di altissimo livello, e risulta evidente che non ci potranno essere compromessi rispetto al livello dei servizi che verranno offerti , e di conseguenza della attenzione che verrà posta nell'indirizzare la tipologia dei frequentatori.
L'elevato impegno economico richiesto per acquisire, per cosi' dire, il diritto di cittadinanza in questa piccola oasi terrena , richiede evidentemente la contropartita di un contorno adeguato, sia in termini di servizi che di riservatezza,  che permettano il formarsi di un club ristretto ed esclusivo. Già dopo il primo giorno, la passeggiata lungo la struttura in teak ove si trovano le postazioni per il bagno di sole, con angoli riservati e immacolati ombrelloni è stata inibita al passaggio di chi non usufruiva dei servizi offerti, ed è facile immaginare che presto vi saranno limitazioni all'accesso, se non altro in termini di abbigliamento. I prezzi dei servizi offerti, dalla spiaggia ai bar faranno il resto. 
Niente di male sia chiaro. Se questa struttura dovesse decollare come previsto dagli investitori che vi hanno dato vita, diverrà un punto di riferimento capace di veicolare sul litorale risorse non indifferenti, a partire dall'acquisto degli immobili di maggiore pregio esistenti nella zona , da parte delle persone facoltose che si troverebbero a gravitare attorno alla piazzetta della Portofino dell'Adriatico, per continuare con i locali capaci di offrire i prodotti tipici  che è facile immaginare potrebbero trovarsi a divenire meta della ricerca di "qualcosa di speciale"  da parte di chi si trovasse a trascorrere qui  le sue vacanze dorate . Potremmo poi pensare alla nautica, ed alle lussuose imbarcazioni che si contenderanno le bitte di Portopiccolo, ed a tutto l'indotto che un luogo di lusso potrebbe portare nella zona,. 
Portopiccolo potrebbe diventare un motore importante per l'intera area del litorale giuliano.
Tuttavia , a circa cinque chilometri in linea d'aria , è in fase di costruzione un rigassificatore di gas, un progetto imponente che prevede scavi e dragaggi per i prossimi due o tre anni, e successivamente un bel bombolone di gas con tutti i rischi ad esso connessi a , oltre ovviamente  ad un traffico di metaniere , ed al relativo inquinamento derivante da emissioni, eventuali dispersioni in mare di carburante o altri inquinanti ecc.
Naturalmente anche un rigassificatore  è potenzialmente un catalizzatore di investimenti,  ed è suscettibile di creare economia e posti di lavoro, anche se vanno considerati i posti di lavoro che verranno perduti per la inevitabile cessazione delle attività di mitilicoltura e pescicoltura, oltra ad eventuali ripercussioni sulla nautica da diporto. 
Per cui è evidente che dovrebbe essere la politica ( se possibile con la P maiuscola) a valutare  le esigenze ed i costi benefici di tutte le operazioni che intervengono a modificare le fonti di sviluppo del Territorio per mitigarne e se possibile superarne i contrasti. Perchè perseguire l'obiettivo di una sviluppo turistico della nostra Regione , peraltro un settore che "tira" danneggiando la costa appare decisamente in contraddizione . Analogo ragionamento vale per la pesca e le acquacolture varie. E si spera che di tutte queste operazioni non succeda che per scarsa capacità di valutazione delle priorità ed incapacità tutto si risolva nell'ennesimo mucchietto....di mosche in mano.