mercoledì 10 luglio 2013

CORSO DEL POPOLO PEDONALE: I PERCHE' DEL NO



Le osservazioni di coloro i quali vogliono che Corso del Popolo diventi pedonale, cosi' come espresse sul sito Facebook e cosi' come riportate dal quotidiano Il PIccolo, in genere convergono in una visione piuttosto fiabesca di uno spazio dove si puo' liberamente passeggiare al riparo dalle automobili, una visione priva di contesto , nel quale esiste una bella strada, architettonicamente gradevole, che invita al passeggio , e nulla che lo ostacoli. Questo è quello che gli psicologi chiamano "pensiero frivolo" , ovvero un pensiero piacevole che non tiene conto dell'effettivo contesto nel quale il pensiero viene calato e di eventuali circostanze oggettivamente avverse alla realizzazione di questo pensiero , che in genere si utilizza per sognare oppure per autoconvincersi di un qualche cosa. I commercianti, che si oppongono alla pedonalizzazione in forza di esperienza professionale e convinzioni maturate in decenni di attività , vengono genericamente giudicati nemici, vengono accusati di "non capire niente", di non avere coraggio, di non avere iniziativa. Mentre invece a favore della pedonalizzazione vengono riportati gli esempi di città come Trieste, Gorizia , Udine ma la fantasia si spinge anche oltre e c'è chi porta i paragoni di Milano, Torino e chi più' ne ha più' ne metta. In passato, in occasione di altra pedonalizza ione o di realizzazione di piste ciclabili , mi sfugge la circostanza,, il dimenticabile sindaco PIzzolitto aveva portato l'esempio di Amsterdam, nientemeno. Eppure, se invece di sostenere gli argomenti in maniera pregiudiziale ed ideologica , si facesse un ragionamento serio, apparirebbe evidente che la pedonalizzazione del Corso del POpolo andrebbe accuratamente evitata, per il bene di tutti. Infatti, la visione idilliaca di uno spazio gradevole ove le persone passeggiano richiede evidentemente che le persone abbiano un qualche richiamo per venire in questo luogo. Dal momento che in Corso del Popolo non esistono reperti archeologici , opere d'arte o altro motivo di richiamo , appare evidente che il motivo di richiamo dovrebbero essere i negozi di quegli stessi commercianti che si vogliono indicare come ignoranti e poco coraggiosi. ;ma i commercianti sanno ( non immaginano, non sognano, sanno!!) che a Monfalcone le strade ed i luoghi chiusi al traffico non funzionano. Ce lo insegna Via Sant'Ambrogio, la Piazza Falcone e Borsellino, La Piazza della Repubblica stessa. Non a caso, oggi il posto dove si tiene lo struscio serale è principalmente via Duca d'Aosta , regolarmente aperta al traffico. Non è chiaro perché questo avvenga, anche se, lungi dal pensare che il maggiore successo dei negozi sia dovuto o meno alla occhiata distratta che vi lancia l'automobilista di passaggio, è ipotizzabile che sia più' probabile che una via trafficata risulti maggiormente invitante la sera, o nei bui tardi pomeriggi d'inverno, o quando piove, insomma in tutte quelle situazioni nelle quali il traffico solamente pedonale appare troppo scarso per non ingenerare una sensazione di insicurezza. Comunque sia, i commercianti sanno che la pedonalizzazione porterebbe alla chiusura dei loro esercizi commerciali. Avvenuto questo, con le vetrine vuote oppure con i negozi rilevati da call center e dalle altre attività oggi presenti in Via Sant'Ambrogio chi verrebbe più' in Corso del POpolo? Il Paragone con altre Città non tiene conto del fatto che Monfalcone è più' che altro un paese, e che si è ampiamente dimostrato che cio' che ha funzionato in alcune città, a Monfalcone non funziona. Trovo poi alquanto patetiche le argomentazioni di chi , a sostegno della pedonalizzazione dichiara che "Ci interessa il benessere della città, non siamo indifferenti alle difficoltà dei suoi commercianti, ed è del tutto evidente che per rilanciare il Corso non è sufficiente pedonalizzare: servono negozi invitanti, rinnovo dell'estetica delle facciate dei palazzi, maggior illuminazione nelle ore serali e notturne, sorveglianza del territorio soprattutto di notte, arredo urbano adeguato, programma di eventi culturali e di intrattenimento con appuntamenti frequenti e non episodici, disponibilità di parcheggio nelle vicinanze, anche con 30 minuti gratuiti per consentire gli acquisti." quando poi non spiega con quali soldi i commercianti stremati dovrebbero rinnovare le vetrine, con quali fondi si dovrebbero rifare le facciate , rifare la illuminazione e l'arredo urbano, chi e come dovrebbe garantire le sicurezza , come si potrebbero reperire i parcheggi e di dove dovrebbero arrivare tutti questi eventi culturali e come si potrebbero realizzare nei lunghi mesi invernali. Infine, a chi si scaglia contro chi vuole arrivare in automobile sino al centro "ma è mai possibile che siano tutti in giro in auto anche per fare qualche km di strada? Andate in giro di più a piedi e usate la bici come fanno nel nord Europa!!" vorrei fare presente che non ci sono gli strumenti per costringere la gente a fare come nel Nord Europa e che se la gente (e quindi i consumatori, coloro i quali son i loro soldi fanno sopravvivere i commercianti) non trova il proprio comodo, sta un attimo a girare il volante della sua automobile e cambiare aria, cosa che accade ormai da anni per quanto riguarda il Centro di Monfalcone che sta perciò' morendo. Da notare che un "esperimento" di uno o due anni di pedonalizzazione non sarebbe realizzabile, perché gli stremati negozi del Corso non hanno le energie per durare anni senza incassare, e quindi perirebbero nel corso dell"esperimento" Se si vuole rianimare il Centro, l'unica cosa da fare è fare i conti con la realtà , e cercare di dare alla gente quello che vuole e che richiede.. ...oppure, restiamo al pensiero frivolo e buon fallimento a tutti.