venerdì 25 maggio 2012

POLITICA, ANTIPOLITICA, ...MA QUALE ANTIPOLITICA ??




Le recenti lezioni amministrative hanno riportato ancora una volta al centro dell’attenzione , per quanto polarizzata da ben altri e tragici avvenimenti, la questione del sempre maggior disinteresse  dei cittadini italiani alla partecipazione alle competizioni elettorali .

Tale atteggiamento, che sfocia in un massiccio astensionismo oppure nella aderenza a formazioni politiche di tipo alternativo, come per esempio oggi il movimento cinque stelle (ma non solo, in passato possiamo considerare tale anche la Lega Nord) viene genericamente definito “antipolitica” e come tale è stato stigmatizzato anche dal Presidente Napolitano . Ma su questo termine vale la pena di soffermarsi per una attenta riflessione

Il termine antipolitica viene utilizzato in modo neanche tanto sottilmente psicologico per demonizzare un certo tipo di atteggiamento , e relegarlo ad un comportamento colpevole ed antisociale,  perché affibbiare un certo tipo di “ etichetta” ad un determinato di comportamento è funzionale ai Partiti ed alle formazioni politiche tradizionali ad esorcizzarlo e collocarlo in una posizione defilata che si presta ad una generica ed acritica disapprovazione .

In modo analogo, tanto per capirsi, vengono definiti “NIMBY” (acronimo di Not In My Back yard ovvero non Nel Mio Giardino) gli oppositori alle cosiddette grandi opere , come la TAV , a suggerire che non vi sono motivazioni veramente valide alla loro protesta ma soltanto pruderie di campanile . L’idea è quella di svalorizzare la figura dell’’oppositore prima ancora che l’argomento del contendere perché questo evita di dovere mettere in discussione l’operato degli apparati del Potere. Del resto , questo tipo di atteggiamento è stato abbondantemente descritto da tutti gli intellettuali che se ne sono occupati  da Schopenhauer a Noam Chomsky come essenziale al mantenimento del potere (evidentemente non in modo democratico)  : se non puoi vincere una discussione, trova il modo di denigrare il tuo avversario. Il fine evidentemente non è solo quello di vincere la discussione, ma anche e soprattutto quella di mantenere sempre e comunque una posizione di predominio in quanto unici detentori della Verità. Pensiamo ad i partigiani e guerriglieri che contrastano un Regime e che vengono generalmente e sprezzantemente definiti “banditi”

Ma torniamo alla definizione di antipolitica. Innanzitutto, va evidenziata la contraddizione in termini che insiste in questo termine. E’ piu’ facile parlare di antimateria o di anti-energia che di anti.politica . La politica compare già nel momento in cui esiste un insieme di persone, perché la politica è  l’azione di conciliare le esigenze di piu’ soggetti di fronte ad un problema comune . La politica cerca di conciliare le azioni e le decisioni di piu’ Paesi di fronte alla recessione, di fronte alla necessità di mantenere stabile l’Euro, ma appare anche quando nel piu’ piccolo Paesello si deve decidere come risistemare la Piazza conciliando le esigenze del traffico con quelle dei conservatori dell’ambiente e della architettura, compare nell’accordo tra due contadini che devono decidere dove fare passare una carrareccia a cavallo delle  proprietà di entrambi. Se volessimo fare un paradosso, potremmo dire che già nel momento in cui ad Adamo si aggiunse Eva, comparve la politica, che condusse ad una trattative e successivamente alla scelta di contrapporsi al Potere costituito sulla base delle indicazioni di una opposizione infida, alla scelta della mela e quindi all’abbandono dell’Eden con quello che ne consegue . 

Naturalmente la politica è piena di distorsioni, perché si cerca sempre di fare apparire l’interesse di ciascuna delle parti coinvolte come l’unica che riflette il bene collettivo (tanto per fare un esempio iperbolico, pensiamo ai dittatori che si facevano chiamare Condottieri  come Mussolini-Duce o Hitler -  Fhurer o addirittura Grande Padre come Stalin o definiziona analoghe per dittatori asiatici dalla Cina all Corea)  Credo siamo tutti nauseati ogni volta che uno dei politicanti di turno da Bersani ad Alfano spiega che quello che hanno deciso è “per il bene degli Italiani” o addirittura “voluto dagli italiani” “per il bene del paese” eccetera ognuno arbitro infallibile della volontà popolare. 

Tuttavia  non si puo’ vivere senza politica, e di fatto NON si vive senza politica. Anche il voto di protesta dato alle formazioni politiche  non convenzionali è pur sempre un voto, anche l’astensionismo è politica laddove è funzionale ad esprimere un disagio o una protesta , quando questa astensione arriva non da un popolo ignorante e bue, ma da un popolo consapevole del proprio disagio .

I politici di lungo corso  lo sanno bene, e sanno che l’astensionismo in Italia è una bomba che potrebbe scoppiare loro in mano in qualsiasi momento, ove un nuovo soggetto politico divenisse capace di colpire in modo efficae  l’attenzione degli astenuti. Anche perché, come è stato osservato in questa tornata elettorale, gli astenuti sono tanti ma non sono sempre gli stessi : è opinione espressa da fonti autorevoli che probabilmnte molti elettori delusi dal PDL si sono rifugiati nell’astensionismo, mentre piu’ di quale astensionista storico è confluito nel movimento 5 stelle, l’astensionimo non è un monolite ma un qualcosa di fluido, nel quale possono intervenire efficacemente pressioni osmotiche rinvenienti dal mutamento dei soggetti politici. Denominatore comune è certamente una diffusa delusione e diffidenza nel modo in cui viene ocondotta in Italia la politica

E qui arriviamo al cuore del problema: esiste davvero l’antipolitica in Italia in senso assoluto? O non è piuttosto vero che gli italiani sono stufi di QUESTA politica, di “questo” modo di fare politica, di questa classe dirigente insulsa ed inetta? Definire antipolitico chi rifiuta la classe politica attualmente esistente , incartapecorita e corrotta da destra a sinistra  rientra in quella logica di denigrazione dell’oppositore al sistema con la quale si cerca di evitare di mettere in discussione l’Establishment  e si tenta di affermare che chi è contro “questo” modo di fare politica deve essere considerato fuori dalla Società, fuori dal sistema. Mi ricorda molto quella definizione di “Antiitaliano” che venne coniata durante il periodo fascista per bollare gli oopositori del regime: chi è contro il regime è contro l’Italia (perché è sottinteso che il Regime rappresenta gli interessi della collettività e detiene la Verità assoluta ) e quindi chi è contro il Duce ( o contro Berlusconi, oggi contro Monti) è anti italiano, è antipolitico.

In un suo recente viaggio in Quatar , il Presidente del Consiglio Monti ha chiesto all’Emiro il motivo per il quale gli Arabi non investono in Italia e la risposta, diffusa in diretta dalla televisione è stata : “ la corruzione”. E noi lo sappiamo bene, sappiamo che Tangentopoli ha solamente spostato i centri di potere ma che il sistema non è cambiato, sappiamo che il piu’ grande debito pubblico del mondo è stato creato ed alimentato da un sistema diffuso ed organizzato di corruzione ed evasione fiscale, voluto gestito e mantenuto dalla cosiddetta Casta che continua iperterrito. E’ un sistema che è nato ed è stato alimentato da “Questi” politici e “questo” modo si fare politica, con il quale oggi ci troviamo a fare i conti . Se questa fose  l’unica politica possibile , se questa è l’Italia, allora potremmo anche starci a farci chiamare antipolitici e antiitaliani.  Ma le cosse possono anche andare diversamente

In questo modo possiamo interpretare il messaggio del Presidente Napolitano, politico di lungo corso che ha vissuto l'epoca del fascismo, della guerra con tutto quelli che ne segui'  ; non si puo’ vivere senza la Politica, non si puo’ prescindere dalla Politica, ovvero non si puo’ pensare di disinteressari della Politica, con la Politica bisogna fare i conti , non si puo’ fuggirne. Rinunciare semplicemente a votare, non porta da nessuna parte.   Ma attenzione, la politica deve ritrovare la sua P maiuscola,  e la strada non è semplice.

Abbiamo stabilito che la politica è quell’insieme di atti che porta a gestire i rapporti tra le persone e i popoli. In Italia , per arrivare alla situazione attuale, con una classe politica stantia ed ingessata, insoddisfacente, corrotta , una popolazione schifata e decisamente arrabbiata la strada non è stata breve. E ben pochi possono dichiararsi estranei ai processi che hanno portato a questo. : disinteresse, pigrizia, opportunismo, individualismo , mancanza di senso dello Stato per quanto comprensibile dal punto di vista storico, i difetti storici del nostro popolo hanno prodotto una democrazia senza controllo, che ha progressivamente degenerato (a questo punto consiglio vivamente a tutti la lettura del ibro di Corrado Augias “il Disagio della Libertà) ed i politicanti sono riusciti a blindarsi all’interno del Potere, perdendo nel contempo ogni contatto con la realtà tanto da riufiutare di assumersi ogni responsabilità o a rinunciare a qualsiasi privilegio anche nel momento della bancarotta.

Il primo passo per capire il reale significato della parola “antipolitica” , a questo punto, passa per la consapevolezza che una eccessiva disattenzione dei Cittadini alla politica, cosi’ come è stata esercitata (verrebbe da dire Perpetrata) nel nostro Paese  è alla base del  disastro politico ed economico attuale. Gli italiani che dichiarano pertanto il loro schifo per la politica non vogliono rendersi conto che sono essi stessi o dovrebbero essere essi stessi i protagonisti della politica, e non sono in questo molto dissimili dagli obesi che non si piacciono allo specchio ma che cercano di trovare altri colpevoli per questo loro stato, il coniuge che cucina troppo condito, le troppe cene di lavoro, gli impegni che impediscono di fare movimento e  sono troppo pigri per mettersi a dieta . Non appare semplice individuare il metodo ed il sistema per uscire da queste sabbie mobili.

Tuttavia, vale la pena di riflettere su quale potrebbe essere il sistema per dare al nostro Paese la possibilità di avere una classe politica e dirigente degna di questo nome, e sopratutto garantire ai Cittadini la possibiliyà di riappropriarsi della Politica 

Evidentemente, per avere questo è indispensabile smontare e dismettere la blindatura che i politicanti hanno eretto a difesa della Casta. Innanzitutto cambiando legge elettorale, al fine di permettere il ricambio perché solo se ritornrenanno ad essere gli elettori a decidere chi va in Parlamento si potrà sperare in un cambiamento. Poi bisogna evitare che persone senza scrupoli cerchino di intraprendere la strada della politica per arricchirsi, e questo passa attraverso una drastica riduzione dei compensi e dei privilegi dei politici , che tenga conto soltanto del fatto che entrare in politica non comporti un disagio economico. Infine. Ultimo ma assolutamente non ultimo come importanza, fare in modo che i politici abbiano necessità del continuo consenso degli elettori attraverso la abrogazione di ogni e qualsisi tipo di finanziamento pubblico dei Partiti, sia esso sotto forma di rimborso, elargizione, contributo emolumento di ogni e qualsiasi forma o metodo. Non bisogna chiudere il rubinetto , bisogna proprio distruggere il rubinetto, estirparlo disintegrarlo. Neanche un centesimo al partito, siano i politici a trovare il finanziamento di iscritti e simpatizzando, andando nelle piazze, tornando sulle strade. Allora si che saranno attenti ad ogni gesto e ad ogni parola , non potranno piu’ essere corrotti ed impuniti , dovranno ascoltare la gente e poi fare quello che promettono. Il finanziamento pubblico dei partiti è uno dei pilastri della blindatura del potere che i politicanti corrotti hanno eretto a difesa della Casta 

Se queste tre condizioni si verificheranno, si potrà avere un ricambio nella classe politica, che dovrà poi assumersi il gravoso compito di andare ad estirpare le metastasi della corruzione negli apparati dirigenti della Amministrazione dello Stato ed in tutte le sue emanazioni, andando a sondare sino ai vertici delle piu’ alte Istituzioni , nei servizi di intelligence, nella Magistratura, nelle Forze Armate, negli apparati burocratici  e poi giu’ sino alle Amministrazioni locali.

Compito immane che puo’ partire solo da lui: l’elettore obeso che non si piace allo specchio. 



giovedì 17 maggio 2012

MONTI E LA TELA DEL RAGNO

       Le parole che arrivano ossessive dalla politica attraverso i media sono sempre quelle: rigore e crescita, rigore ma crescita, crescita ma rigore. Una specie di mantra, con il quale si vuole esorcizzare il senso di vuoto che danno queste due parole.



          Infatti, la parola rigore, che letteralmente significa rigidità, severità, , richiamerebbe ad una più' severa applicazione delle Leggi esistenti ma in realtà è stata utilizzata per giustificare l'utilizzo di nuove Leggi finanziarie , particolarmente dure per alcune categorie di persone come i pensionati, i lavoratori dipendenti ed i cosiddetti "esodati" e tutto sommato ingiuste perché hanno ribaltato il costo degli sprechi e delle incapacità della Casta economica a politica italiana sulle categorie più' deboli. Quindi la parola rigore è stata utilizzata in modo improprio. per coprire il vero termine che si sarebbe dovuto utilizzare, e che potremmo individuare nella parola IMPOSIZIONE per non dire vessazione . La dissertazione linguistica non è fuori luogo perché è strumentale a rendere evidente il livello di onestà intellettuale dell'esecutivo e perché permette di comprendere meglio le politiche che utilizza. . A questa parola si dovrebbe unire la parola crescita, che pero' non riesce , come mai? Il debito pubblico è aumentato anche nei mesi del governo Monti, lo spread è risalito , il gettito fiscale è diminuito il PIL è in decrescita mentre aumenta la disoccupazione . Allora i governi degli ultimi dieci o quindici anni (ovvero principalmente Berlusconi) avevano fondato la loro popolarità sulla propaganda di crescite senza sacrifici, di benessere senza impegno e con meno tasse, generando l'illusione che non fosse necessario lavorare troppo e pagare troppe tasse per vivere bene, alimentando le sirene della finanza creativa e di una serie di illusioni .



           Illusioni che si basavano su una idea che è poco definire ingenua di una mancanza di consequenzialità tra le varia azioni politiche ed economiche, come se ogni sistema fosse un sistema chiuso ed a se stante . Una su tutte, l'idea che si potesse abolire l'ICI senza alcuna conseguenza, per fare felici i cittadini senza che ne derivassero disagi. L'evidenza che senza questo gettito i Comuni hanno dovuto da una parte tagliare i servizi, e dall'altra chiedere allo Stato somme sempre maggiori e che quindi in pratica l'ICI è rimasta sotto altre forme, è stata nascosta con la propaganda.



        Perché quello che unisce politica e finanza, in Italia come in Europa e nel resto del mondo è una sottilissima tela di ragno. La tela del ragno è fatta in modo che qualunque filo, anche il più' sottile, venga toccato, l'intera tela vibra e si muove, e quindi in qualche modo reagisce. Allo stesso modo qualunque decisione venga presa , in campo politico o economico , tutto il sistema poco o tanto ne viene coinvolto . Sul tipo di quel vecchio detto sulla farfalla che batte le ali ad Hong Kong ed a New York arriva la pioggia invece che il sole . Ed è inutile cercare di negare questa consequenzialità (anche se in termini meno estremi di questa battuta) perché i conti non si fanno illudere dalla propaganda, e neanche in Italia la matematica è una opinione.



               Così', l'avvento del governo Monti è stato salutato da tutti, magari a testa bassa, come un ritorno alla realtà. Si pensava che le misure varate da Monti potessero risanare il Paese, sia pure con dei sacrifici, riportando il Paese alla realtà . Ma è subito divenuto evidente che neanche Monti aveva ben chiara la tela del ragno



             IL metodo da lui seguito è stato quello per esempio di aumentare a dismisura le accise sulla benzina, come il negoziante poco accorto che quando guadagna poco si illude di poter guadagnare di più' semplicemente aumentando i prezzi. Invece, allo stesso modo nel quale i clienti del negoziante caro cambiano semplicemente negozio, gli italiani hanno diminuito i consumi della benzina (per tacere delle regioni di confine dove hanno cominciato o ricominciato ad andare nei Paesi limitrofi a fare il pieno) ed il gettito di queste accise non è stato quello sperato, mentre i benzinai sono andati in difficoltà e quindi hanno cominciato a pagare meno tasse perché guadagnavano meno, andando inoltre ad ingrossare le fila di quei cittadini che spendono sempre meno e quindi fanno calare la domanda interna e quindi più' in generale a frenare l'economia. Poi l'aumento dei carburanti ha fatto aumentare il costo di tutto quello che veniva trasportato, dai mobili alla frutta ed anche questo ha fatto diminuire i consumi e messo in difficoltà ulteriore i commercianti con le conseguenze già enunciate per i benzinai . Insomma, l'aumento della benzina ha diminuito i consumi e la domanda interna e quindi sia la crescita del Paese che il gettito fiscale. Questa manovra ha portato alla fine, nel suo globale a dei vantaggi? I mass media si sono riempiti di consigli su come risparmiare , dalla ricetta della nonna al riciclaggio del vecchio mobile dimenticando che in una economia come la nostra, risparmiare significa non consumare e quindi diminuire l'economia. Perché tutte è collegato: come in una tela di ragno.



              Il cosiddetto Governo tecnico ha quindi dimostrato di non essere diverso dai governi precedenti , perché altrettanto distaccato dalla realtà ed incapace di trovare soluzioni credibili . Di qui il calo dei consensi., ma anche l'atteggiamento sempre piu' intollerante nei confronti dello Stato, sfociato anche in episodi di violenza contro Equitalia.



            Quello che appare abbastanza evidente, è che il Governo Monti non sembra eccessivamente turbato da questi evidenti fallimenti: il governi Monti infatti non sembra avere l'obiettivo di rendere l'Italia un posto migliore, ma soltanto di creare un bilancio sufficientemente credibile da permettere all'Italia di rimanere in Europa, laddove per Europa di intende una specie di Società per Azioni di tipo economico, ove la qualità della vita dei cittadini passa in second'ordine .



            Ma anche qui c'è un ma: le recenti elezioni in Francia, con la vittoria della sinistra, il tracollo politico della Merkel, la impossibilità di creare un governo in Grecia parlano di una diffusa intolleranza dei cittadini a questo modo numerico e monetario di concepire il Governo e di un cambiamento in atto che potrebbe portare l'Europa ad essere un Paese molto diverso da quello che è attualmente o che cerca di essere. E quindi anche qui il Governo Monti potrebbe trovarsi a creare le premesse per poter restare in una Comunità che non esiste piu



                Come se ne esce? I segnali che escono dal popolo italiano sono quelli della cosiddetta anti-politica ma che correttamente andrebbe chiamata anti-casta perché quello che viene combattuto non è la politica ma il modo di fare questa politica che hanno questi partiti. Votare il movimento 5 stelle, piuttosto che le liste civiche significa continuare a fare politica ma in modo diverso. Persino l'astensione puo' essere un segnale di tipo politico.



               E che la politica come l'abbiamo conosciuta sino ad oggi sia arrivata al capolinea è ormai chiaro. Peccato che tutto quello che in nostri politicanti sappiano inventarsi si a di cercare di reinventare idee vecchie con il vestito nuovo, l'ultima sentita alla radio è il patetico tentativo di resuscitare la vecchia DC



              L'unico modo per dare una spinta al sistema sarebbe quella della abolizione totale del finanziamento pubblico ai partiti e la riforma del sistema elettorale . Solo in questo modo potrebbero emergere facce nuove e pulite, ripulire il marcio, mandare a casa i parassiti della politica e creare le premesse per le quali chi fa politica lo fa per passione e convinzione e non per trovare un posto fisso e remunerativo



            Il problema è che i marci partiti che oggi sono nelle sale del potere, questo non lo faranno mai



         Dovremo farlo noi. Cominciamo dal Web come sono cominciate le rivoluzioni in Libia , Tunisia, Egitto dopo la primavera araba cominci la primavera italiana ed europea



Anche la libertà è una tela di ragno