lunedì 19 settembre 2011

IL PAESE DEGLI IGNORANTI , DOVE LA SCUOLA AFFONDA NELLA GRATTACHECCA

"Siccome la grattachecca è una granita di ghiaccio ed una granita di ghiaccio anche un coglione lo sa cos'è... Chiunque se poi non lo sai allora vivi fuori dal mondo" Con queste parole il Rettore dell'Università de ''La Sapienza'' di Roma, Luigi Frati, ha inteso liquidare sbrigativamente le polemiche sul quiz che faceva parte del test di ammissione allaProfessioni Sanitarie , oggetto di numerose polemiche in tutta Italia e forse di un ricorso da parte degli studenti.

Va da sé che in un Paese civile, una persona che usa questo tipo di ragionamento e di linguaggio , verrebbe sollecitamente invitato ad intraprendere una carriera maggiormente adatta alle proprie attitudini di quella evidentemente poco confacente  di Rettore di Università, che so, magari il camionista, lo scaricatore di porto o al limite, ma dopo un approfondito corso di aggiornamento, (il quesito sulla grattachecca era anche sbagliato)  il gelataio ambulante.

Una persona con questo grado di cultura, che ci piacerebbe molto sapere in che modo sia arrivato a tale livello accademico ( ma forse è meglio non saperlo) evidentemente ha inteso portare il livello del test al pari del proprio livello culturale, tra l'abbachio e la pajata, forse con un prestigioso master in amatriciana

Sempre se ci trovassimo in un Paese Civile , il Ministero della Pubblica Istruzione avrebbe una inchiesta ( ma nel nostro Paese degli Acchiappacitrulli nemmeno ce l'abbiamo il Ministero della Pubblica Istruzione, abbiamo solo il Ministero della Istruzione il cui nome corretto sarebbe "Ministero della dIstruzione della Scuola e della Cultura") , inchiesta che avrebbe portato all'annullamento del test , alla rimozione del Rettore e della intera commissione, ovvero all'annullamento del riconoscimento della validità di questa Università.

Ma ormai deve essere chiaro per tutti che questo Paese non puo' essere annoverato tra i Paesi Civili. Intendiamoci, non arriviamo a questa conclusione per il solo quiz della Grattachecca: gli esempi ignobili si sprecano, solo fermandoci ai quiz per l'ammissione alla Università, dai quiz di calcio per gli aspiranti Medici , domande su Vasco Rossi, Elisabetta Canalis , sul conduttore di Sanremo nel 1996, eccetera.

Tuttavia, l'episodio della Grattachecca è stato in qualche modo la goccia che ha fatto traboccare il vaso, o forse soltanto l'episodio che ha scoperchiato il vaso di Pandora delle porcherie all'italiana , per il modo nel quale è stato trattato dagli Organi di informazione di regime, in particolare dai Telegiornali RAI e MEDIASET.

Il tono bonario, che riferiva l'episodio come una divertente goliardata e non come il dramma culturale che invece rappresenta, con servizi nei quali si accostavano ad interviste accuratamente filtrate e depurate, le immagine del chiosco che distribuiva le granite, l'intervista alla gelataia, gli accenti romaneschi, avevano il compito di sdoganare l'idea che non ci fosse nulla di male in questo quiz , uno scherzo degli esaminatori, una solenne strizzata d'occhio all'essere romani, caciaroni anche nelle cose serie.

In realtà, il dramma consiste nel fatto che gli organi di informazione hanno menato l'ennesima picconata alla Cultura, al Sapere, cercando di sdoganare l'idea , peraltro sostenuta da anni dalla propaganda delle tv asservite al Regime, che la cultura , qualle con la C maiuscola, in realtà non serve a niente, che la vita è tutta un quiz, che si puo' emergere nella vita restando dei perfetti ignoranti, con una cultura da settimana enigmistica, che una persona che partecipa ad un programma televisivo accuratemante scevro di ogni contenuto culturale , come per esempio il Grande Fratello, o qualcuno dei programmi di quiz televisivi dove le domande a volte sembrano scritte per valutare il grado di attenzione di un gruppo di bambini gravemente autistici, o ancora quesi programmi penosi dove degli emeriti sconosciuti si esibiscono in vari modi, cercando la notorietà per il solo fatto di essere stati visti in televisione possa diventare veramente piu' importante di un Medico o di uno Scienziato . Appaio quindi sono , altro che Cogito ergo sum ( che al massimo , per alcuni personaggi della nostra politica, uno in particolare, potrebbe essere rivisitato come Coito, ergo sum)


Il dramma consiste nel fatto che si cerca di sdoganare la convinzione che studiare non serve, che tutto si puo' risolvere indovinando dei quiz. Naturalmente si arriva alla umiliazione di chi nello studio ci crede, e si trrova a sentirsi dare del coglione da un rettore perchè non sa cosa sia una grattachecca. Perchè si, tutti potrebbero sapere che cosa sia una granita di ghiaccio, ma solo i romani sanno che una grattachecca è una granita. Io per esempio non lo sapevo. Basta questo per definirmi un coglione professor Frati? Ma Lei lo sa per esempio che cos'è un "cogòlo"? E la differenza tra un cògolo triestino ed un cogòlo gradese lo sa? O fa parte del Club anche Lei?

E' evidente che questo regime ha le sue ragioni per demolire la Cultura, per cercare di renderci tutti un popolo di ignoranti . Perchè un popolo ignorante è piu' facile da governare, ma anche perchè solo cosi' , solo rendendoci tutti una massa di buzzurri i nostri politicanti possono sentirsi al nostro livello. A cominciare dal nostro ministro per la dIstruzione , che vuole inventare la laurea breve in medicina, perchè i percorsi  di studio piu' lunghi costano troppo, ed alla quale vorrei chiedere se il giorno nel quale la sua bambina si ammalasse di leucemia, la farebbe curare da uno dei medici con "laurea breve " che ha voluto creare.

Una ultima considerazione: chi puo' essere sicuro di superare a pieni voti un test che ha la stessa logica e lo stesso livello culturale di una conversazione tra il Cappellaio Matto e lo Stregatto di Alice nel Paese delle Meraviglie? Tre soluzioni: 1) Lo Stregatto - 2) il Professor Frati - 3) Un qualsiasi coatto, magari figlio di qualche potente , che abbia in tasca la griglia delle risposte esatte......  al vincitore un posto in prima fila nella trasmissione " La Grattachecca ed il Rettore" , trasmissione di altissimo profilo culturale.... (specie quello della...Grattachecca)



venerdì 9 settembre 2011

LE BARZELLETTE DI SACCONI E L'ARROGANZA DEL POTERE

La barzelletta di Sacconi, ripresa da tg e giornali, oggetto di un articolo di Sofri su Repubblica a sua volta oggetto di attacco da parte del PdL, ha destato sensazione per il suo contenuto offensivo nei riguardi delle donne. La barzelletta, se tale cosi puo' definire, ( per chi non lo sapesse  è la seguente " C’è un convento del Seicento in cui entrano dei briganti e violentano tutte le suore, tranne una. Il Sant’Uffizio la interroga: «Come mai solo lei non è stata violentata?». «Perché io ho detto di no»" ) era propedeutica a orientare il discorso verso una risposta alle critiche mosse per l'articolo 8 della finanziaria che intende cancellare l'articolo 18 della Legge 300/1970 (statuto dei lavoratori) . . «Il sindacato può dire di no», ha concluso. La morale del suo discorso è questa: che se un emendamento alla manovra dà ai sindacati la possibilità di concorrere ad autorizzare un licenziamento, il sindacato può sempre dire di no, esattamente come la monaca obiettrice della barzelletta.


E' chiaro che questo è un discorso teorico: la norma non prevede che l'accordo debba essere sottoscritto dal Sindacato maggiormente rappresentativo o da tutti i sindacati, e per qusto motivo vi è la possibilità che l'accordo favorevole ai licenziamenti venga sottoscritto da sindacati di comodo, o sotto ricatto o cose del genere . Cosi' come in altri casi del diritto del lavoro, dove ci sono casi dove puoi dire di no. Legittimamente. 


Solo che se sei precario, interinale o in una fabbrica a rischio licenziamenti non lo farai mai perchè non sei abbastanza tutelato. E cosi' per un trasferimento, per spostare le ferie, per uno straordinario. Ma anche per chiedere il rispetto delle norme di sicurezza. I lavoratori della  ThyssenKrupp non avrebbero potuto dire di no  al lavoro in quelle condizioni, allo straordinario esasperato? 
In teoria si. Ma avrebbero perso il posto. 


Questa barzelletta reca con se  se non soltanto un volgare spregio alle donne, ma riassume il pensiero della classe datoriale italiana, il cui culmine è stato raggiunto con il referendum-ricatto di Marchionne: poi anche dire di no. 
Certo, questo vuole dire come minimo la fine della tua carriera, e nella peggiore delle ipotesi la perdita del posto di lavoro. ma puoi dire di no. 


E' la disonestà intellettuale dominante, quella di fingere di credere che "si puo' dire di no", quando tutti sanno che in realtà si puo' solo abbassare la testa e dire si.


E' per questo motivo, per evitare al lavoratore ricattabile di essere lui il diretto interlocutore del datore di lavoro che è nata la contrattazione collettiva, la Legge 300, e tutte le conquiste sindacali degli ultimi trenta, quaranta, cent'anni, che oggi Sacconi vuole demolire in fretta. 


Dichiarando che... basta dire no...

venerdì 2 settembre 2011

MANOVRA, EUROPA, ITALIA...PIZZA E MANDOLINO

Manovra si, manovra no, manovra ...boh? L'iter di questa tremenda manovra da lacrime e sangue , segue il percorso di tutte le cose italiane, drammatiche, talvolta persino tragiche ma mai, mai serie. Si è partiti con una serie di prospettive di tutto rispetto: una tassa di solidarietà per i titolari di redditi (dichiarati, si capisce,) di oltre 200.000 euro annui, poi ridotta a quelli da 90.000 in su poi non si sa.


Era praticamente certa una manovra sulle pensioni , per fortuna rientrata per volere di Bossi. Si dovevano abolire le Province poi no. Era certo l'aumento dell'IVA, poi no poi si poi non so. La stessa manovra doveva essere posticipata al 2013 poi improvvisamente anticipata.Cosa succede? Al solito. L'Europa, per il tramite della BCE ha inviato una lettera, considerata da molti un effettivo "commissariamento " della Azienda Italia da parte di Francia e Germania , con la quale ci veniva ingiunto di regolare i nostri conti secondo alcuni parametri. La causa è facilmente riconducibile al profondo dissesto economico dovuto principalmente all'enorme debito pubblico . Il precario equilibrio del nostro Paese , accentuato ovviamente dalla crisi in atto, ha agitato i fantasmi del "default" ovvero del fallimento del Paese, sulla scia di quanto succede in Grecia. Con la differenza che il debito pubblico italiano pesa sull'Euro come una spada di Damocle di proporzioni colossali.


Se infatti la Grecia ha un debito verso l'Europa di 236 miliardi di dollari, il Portogallo di 286 miliardi, l'Irlanda di 867 miliardi, la Spagna di 1.100 miliardi l'Italiaper una volta al Top, ha un debito di di 1.400 miliardi. Se infatti prima dell'avvento dellEuro il debito pubblico era nostro, espresso in lire, nel momento nel quale il sistema finanziario del nostro Paese è confluito nell'Euro, anche il nostra debito pubblico si è trasferito sull'euro e quindi indirettamente all'intera Europa.


Per chiarire il concetto, come noto oggi il valore di una moneta non è piu' rapportata al suo controvalore in oro, ma è data una serie di variabili economiche legate volume delle linee di credito esistenti in un Paese, in cui parte preponderante hanno i titoli di debito pubblico, la quale copertura à legata alla futura capacità di rimborso e quindi alla capacità fiscale dello Stato . Una volta la moneta era la Lira e quindi era la lira ad essere legata a questa capacità finanziaria dell'Italia. Ora la moneta è l'Euro , che è quindi legata alla capacità fiscale di tutti gli Stati membri. Italia compresa ! Si capisce facilmente perchè, in parole povere, se l'Italia dovesse fallire, stile Argentina, tanto per capirsi, si trascinerebbe dietro l'intera Europa.


Ora, come fa uno Stato a rifinanziare il proprio debito pubblico, del quale deve pagare gli interessi ad ogni scadenza? E' semplice, come succede alla persone indebitate oltre ogni controllo, che contraggono di continuo altri prestiti per coprire quelli vecchi, aprendo ogni volta un buco piu' grande per coprire un altro buco, lo Stato emette nuovi titoli per trovare i soldi per pagare i vecchi e gli interessi . Ma il problema è : quando un Paese è a rischi default, chi compra questi titoli? Chi si assume il cosiddetto "rischio Paese?" Non sono certo titoli ambiti ed appetitosi., a meno che il tasso di interesse con il quale vengono offerti non vada a compensare il maggiore rischi Al momento, siamo arrivati ad offrire i nostri titoli decennali al 6,1% d'interesse. Tanto per fare un confronto la Grecia per continuare a vendere offre un tasso intorno al 15,57%, mentre la Germania , considerata a basso rischio, riesce a venderli al 2,35% . Ora. Il rischio di non vendere i titoli in emissione, e quindi fare fallimento perchè non si riesca a pagare quelli rimborsati e gli interessi , è stato coperto dalla BCE ( e qui leggiamo in pratica Francia e Germania) che li ha comperati .


Un po come se noi per aiutare un amico negoziante in difficoltà andassimo a comperare nel suo negozio cose delle quali potremmo in realtà benissimo fare a meno. Ma il patto è stato questo: noi vi compriamo i titoli e vi salviamo il culo, ma voi vi impegnate da subito ad effettuare le manovre correttive per rientrare nei parametri minimi per dare un minimo di garanzia sulla vostra solvibilità futura e per evitare questa necessità in futuro. Oh, in fin dei conti dobbiamo tutelare i nostri soldi no?


Innanzitutto, è stato "chiesto" di annullare recente manovra finanziaria che il governo aveva preparato e rifarla, perchè quella manovra conteneva il trucchetto di essere spalmata su quattro anni rimandando al secondo biennio, ovvero: al dopo le prossime elezioni il grosso del prelievo, ed inoltre risultava inadeguata perchè secondo BCE l'importo della manovra doveva essere di 70 mld e non 45 come inizialmente il nostro Governo intendeva fare . Poi ha chiesto all'Italia di prendere iniziative strutturali, che riflettessero i loro benefici sul futuro, e non piccoli tagli e qualche tassa che appesantiscono la situazione alla economia del Paese e portano vantaggi di brevissimo periodo al bilancio. Pe strutturali qui non si intendono naturalmente progetti di potenziamento del Paese, strade ferrovie o cose del genere, ma riforme che vadano a toccare in modo significativo e permanente le voci del bilancio, come ad esempio la riforma del le pensioni, per esempio elevando l'età pensionabile a 70 anni . Questo viene inteso come strutturale perchè sposta di diversi anni una serie di uscite di cassa pesanti per lo Stato che sono appunto le Pensioni, ed inoltre riduce il periodo per il quale vengono pagate le pensioni perchè la gente muore dopo essere stata in pensione per meno anni.. Naturalmente, questo provvedimento è valido meramente come operazione contabile perchè non tiene conto del fatto che in questo modo un Paese si trova ad avere molti lavoratori vecchi e sfiniti mentre i giovani non trovano lavoro perchè i posti sono occupati dai vecchi. Inoltre , arriverà il momento nel quale i vecchi verranno rimpiazzati da "non piu' giovanissimi" senza la necessaria duttilità per imparare e quindi per forza di cosa si perderanno competenze e capacità produttive. All'Europa pero' interessa fare quadrare i conti che la coinvolgono, la crescita sociale del nostro Paese è un problema da affrontare in altre sedi.


Infine ha chiesto all'Italia di procedere con celerità con la privatizzazione di quegli Enti appetibili al mercato finanziario., cosa che potrebbe portare un poco di movimento nei mercati stessi


Ora, è piu' che evidente che il nostro Governo non è in grado di soddisfare alle richieste di rigore e celerità richieste dalla BCE e dall'Europa, perchè pur di mantere le proprie posizioni di potere , Berlusconi ha dovuto appoggiarsi a troppi puntelli, e la sua leadership è sotto ricatto da troppi soggetti: la patrimoniale no perchè si incazano gli amici ricchi, le pensioni no perchè s'incazza la Lega, l'iVA no perchè si incazzano gli industriali.....E' come un giocatori di scacchi che ad un certo punto della partita , ogni volta che muove la mano verso uno dei pezzi deve subito ritirarla perchè il pezzo che vuole muovere è sotto scacco.


E' anche piu' che evidente che non vuole ammetterlo e continua a fare melina sperando che dal cielo piova una soluzione che consenta di vivere alla grande alle spalle degli altri (itaiani ed europei)


Certamente la responsabilità della situazione corrente non è tutta del Governo Berlusconi, perchè affonda le sue radici in un passato ormai lontano. Quella che pero' è evidentemente la pesante responsabilità di Berlusconi e dei suoi complici, è quella di avere portato il Paese ad avere un Governo inane come questo nel momento di maggiore crisi economica e finanziaria della sua storia. Di avere portato il Paese ad essere ingestibile nel momento peggiore possibile.Di avere reso il Paese poco credibile di fronte alla Europa ed al mondo intero.


Quando Prodi, con astuta manovra, ci ha agganciato all'Euro, prendendosi un sacco di critiche, molte delle quali proprio da parte di Berlusconi , è stato come se un naufrago si aggrappasse ad una ciambella di salvataggio: il rischio default era alle porte. Ma poi il nostro naufrago invece di salire a bordo e dare magari una mano è rimasto al traino., ed ora è un peso morto . Il Paese insomma, non è stato in grado di approfittare di questa occasione e si è adagiato sugli allori. In questo il Governo Belrusconi non ha certo brillato, con tutta una serie di arditi esperimenti di finanza creativa alla quale i suoi elettori hanno creduto ma l'Europa invece no. L'ultimo tentativo partorito da Tremonti è quello degli Eurobond: una pensata volpigna..: dal momento che i nostri titoli sono sempre meno appetiti, invece di emettere titoli di Stato italiano, che nessuno vuole piu', chiediamo di emettere tutti insieme titoli europei, nei quali la puzza di quelli italiani si diluisca e non si riconosca piu'.


Come a dire, adesso che t'ho messo incinta, cara Europa, mo' ti sposo cosi' mi prendo anche l'eredità del tuo papi. Ma gli Europei non sono cosi' fessi.


E q uesto ci porta un attimino a ragionare su questa Europa. Che è stata costruita un po' con il concetto, parafrasando una frase italiana storica, "l'Europa è fatta ora bisogna fare gli europei"


Ma la scalata è decisamente in salita. Qui da noi Europa ha significato: leggi e tasse indegne imposte "perchè ce lo chiede l'Europa" , e cosi' opere disastrose come la TAV, e dall'altra parte chilometri di piste ciclabili anche dove non servono, rotonde a ripetizione e tutta una serie di opere fatte non perchè servono ma perchè ci sonoi famigerati "fondi europei" che è peccato non spendere . Stalle ammodernate con i fondi europei e poi chiuse con l'abbattimento delle vacche per prendere gli incentivi euopei. Latte gettato via pena la multa perchè l'Europa. Viti divelte, e campi lasciati incolti, pescherecci demoliti per prendere i contributi europei. Una corsa ad attaccarsi alla mammella Europa lasciando che la nostra economia vada alla malora


E la cosa non si è limitata alle Aziende che richiedono i contributi , o ai Sindaci che fano le rotonde. Ma allo stesso Governo che vuole inventarsi gli Eurobond

In conclusione, i famosi nodi stanno venendo al pettine: l'Europa chiede all'Italia una manovra che questa non è in grado di fare perchè non ha un Governo degno di questo nome, come a dire"adesso basta scherzare , è urgente fare le cose sul serio !" e l'Italia che si volta stralunata e risponde " ma chi stava schezando' noi siamo davero cosi!!"

Quell'Italia che ha italianamente inteso l'Europa come una mammella da mungere, mercanteggiando sul rispetto dei parametri con invenzioni, finanza creativa e false promesse, comportandosi cioè in Europa come si comporta al suo interno. Ora l'Europa si trova a dovere gestire le conseguenze di una fiducia mal riposta

In questa Italia che non riesce ad andare oltre lo stereotipo di ..  Pizza e mandolino...0