domenica 28 novembre 2010

I CANI NEI TEATRI ED IL CAVALLO DI CALIGOLA

E' di questi giorni la notizia che il Comune di Torino ha emesso un decreto che impone la presenza dei cani in tutti i luoghi pubblici o aperti al pubblico, dai ristoranti ai negozi, dai teatri alle biblioteche con poche eccezioni. I ristoratori o proprietari di negozi che desiderano poter vietare l'ingresso ai cani, debbono addirittura richiederne apposito permesso, producendo adeguate motivazioni. Un decreto quindi che impone la presenza dei cani in tutti i luoghi frequentati dalle persone, indifferentemente dal gradimento comune di condividere un certo tipo di spazio con gli animali. Che può' essere la quiete di una biblioteca , la reverente atmosfera di un museo, la magia del teatro come pure più' banalmente il luogo nel quale si mangia. Il pretesto che è stato addotto per l'emanazione di questo diktat è ovviamente un presunto bisogno di conciliare meglio la convivenza tra uomini e animali, difendere i diritti degli animali ed altre amenità' . Ma di fatto stabilisce una dimensione nuova ed inquietante nel rapporto tra uomo e cane, rendendo evidente il degrado nel quale la nostra civiltà sta sempre più velocemente sprofondando. Una civiltà nel quale il rapporto tra esseri umani si è enormemente degradato, a causa dell'individualismo necessario a difendere il proprio personale benessere , e che ha perciò progressivamente ridotto al minimo i rapporti umani, bisognosi di reciproca attenzione, tolleranza , comprensione. Tuttavia, la parte animale delle persone non può' prescindere dalla propria natura sociale. Ecco allora che interviene il cane. Animale impropriamente definito amico dell'Uomo (l'amicizia è una cosa che abbisogna di reciprocità e non ci è dato di conoscere l'opinione del cane) , dopo essere stato utile nella caccia, nella guardia delle greggi, oggi è approdato ad animale estensione della psiche nevrotica delle persone, che lo pongono tra se ed il proprio prossimo nell'illusione di avere comunque un proprio branco alternativo di appartenenza. Al punto che viene ritenuto lecito imporre il cane nella Società degli uomini come se ne facesse parte, proprio perché talune persone sono convinte che il loro animale ne faccia effettivamente parte. Sono persone che umanizzano i comportamenti del proprio cane, vogliono umanizzarlo per renderlo importante , che voglio credere che il proprio animale sia più' di un animale perché altrimenti dovrebbero fare i conti con la propria incapacità di relazionarsi con le persone vere. Ecco quindi una Società che legalizza, certifica questa impossibilità di essere Società umana ed introduce l'animale come parte di se stessa. Nell'antico Impero Romano agli inizi della sua decadenza comparve un imperatore che si chiamava Gaio Giulio Cesare Germanico , detto Caligola che secondo la leggenda nomino' Senatore il proprio cavallo Incitatus. Secondo altre fonti la sua fu solo una minaccia, poi non messa in atto ma sembra certo che questo cavallo cenasse alla sua mensa. IL povero Caligola era considerato pazzo, dai suoi contemporanei, ma visto il decreto del Comune di Torino forse era solo in anticipo sui tempi. Di fatto esprimeva una difficoltà (forse patologica) a relazionarsi con i propri simili . Secondo alcuni la minaccia di fare Senatore il proprio cavallo fu solo una battuta di Caligola per esprimere il proprio disprezzo per i Senatori che lo circondavano . Ecco, il disprezzo. Nella ordinanza di Torino vi è il disprezzo per i diritti di tutti coloro i quali non desiderano essere costretti a convivere con i cani. Vi sono persone che sono allergiche ai cani, ma vi sono persone che semplicemente dei cani hanno paura. Hanno paura dei cani nevrotici, impauriti, aggressivi che vivono nella nostra Società, che non sono solo i batuffoli , i "Fido" gli "amici a quattrozampe" ma che sono anche le mascelle che dilaniano, che uccidono. Che escono dal loro cortile di casa e riducono una ragazza che faceva Jogging ad un ammasso di carne sanguinolento che avrà per sempre orrore a guardarsi allo specchio. Settantamila aggressioni l'anno in Italia, delle quali il dieci percento gravi o mortali. Donne, bambini. Anche questo è il cane. E poi c'è il diritto di chi dei cani ha paura e schifo e desidera poter mangiare in un ristorante e non in un canile . Naturalmente nella ordinanza si sarà sprecato anche un po' di inchiostro per stabilire che i padroni debbono vigilare sulla tranquillità e pulizia dei loro animali. Ma l'importante è stato stabilire che i cani hanno più' diritti delle persone, perché questi animali sono il prolungamento dell'ego di esseri umani sufficientemente influenti da imporre le proprie scelte ( avere un cane non dovrebbe essere un obbligo) per poter esercitare un loro potere sugli altri. Non vi è altra motivazione: ai cani non interessa il teatro, il cinema, il ristorante. Probabilmente sarebbero disturbati da troppe luci e troppo rumore. La cosa corretta da fare per chi dichiara di amare gli animali ( ma sarebbe tutto da dimostrare il motivo per il quale detenere un animale in cattività dovrebbe essere amore per gli animali ) sarebbe quella di portarli in campagna, in un bosco, forse in montagna o a fare una nuotata nel lago (l'acqua di mare sembra non faccia loro troppo bene) Invece si stabilisce che l'umano possa occupare tutti gli spazi che vuole tenendo al guinzaglio (quando il guinzaglio c'è) un proprio ego aggressivo che può impaurire gli altri, che può' urlare il proprio odio, minacciare. Oppure semplicemente imporre una sgradevole presenza, che non è più' concesso evitare. Può' entrare in un ristorante, dove la gente vorrebbe poter mangiare in santa pace, imponendo la convivenza con un animale anche eventualmente contro il parere del proprietario, se egli non ha legalmente richiesto l'esenzione (motivata) Personalmente, se in un ristorante o un negozio trovo cani, giro sui tacchi ed esco. Non credo di essere l'unico. Caligola fece senatore il suo cavallo, noi eleggiamo i cani a membri privilegiati della nostra Società.L'imposizione del cane su tutto e su tutti . Segno della decadenza della nostra civiltà , così' come la follia di Caligola era anticipatrice della decadenza e successivamente del crollo dell'Impero Romano, civiltà fiorita dal formidabile spirito di squadra degli antichi romani e naufragata nell'individualismo

martedì 23 novembre 2010

Montezemolo e la casta dei nuovi padroni

L'altra sera ho assistito con disagio alla intervista di Luca Cordero di Montezemolo nel corso della trasmissione "chetempochefa". Al di là delle smentite formali, mi ha dato la spiacevole impressione di un politico in campagna elettorale. Negli ultimi tempi si è parlato con insistenza di una "discesa in campo" di questo personaggio, sempre puntualmente smentita , tanto che egli ripete che non intende assumere un impegno politico ma un impegno civile in politica che non sia partitico al punto che Italiafutura, la associazione de lui fondata non è un partito ma appunto una associazione culturale. Mi sembra pero' evidente che ci stiamo solo girando intorno, e che se non ci sarà una discesa in campo stile Berlusconi, sarà solo perchè i sondaggi non daranno un risultato sicuro. Intendiamoci, credo che il paragone con Berlusconi sia ingeneroso verso MOntezemolo perchè ben altro è lo spessore morale e culturale che l'ex Prsidente della Fiat ha sin qui dimostrato. Ma il fatto che l'ipotesi Montezemolo venga caldeggiata da cosi' tante parti mi rattrista perchè ci fa capire che il caso Berlusoni non ha insegnato niente . Non abbiamo imparato che gli industriali devono fare gli industriali e che la politica, piaccia o no , la debbono fare i politici. Berlusconi ha dimostrato che un capitano d'industria è in grado di dirigere perfettamente una industria, ma che nel momento nel quale crede di poter dirigere un Paese come dirige le sua aziende, nascono i disastri. Tralasciando per un attimo gli aspetti patologici e le devianze personali di Berlusconi stesso, credo si sia evidenziato che il ruolo di uomo politico, figura che deve cercare di mediare tra tutte le diverse componenti della Società per raggiungere un obiettivo comune e condiviso ed in estrema sintesi, usando una espressione ormai brutta e desueta, tendere al "bene comune" sia incompatibile con quello di "padrone delle ferriere" ovvero qualle figura che rappresente in modo eminente solo una delle componenti della Società. . Certo, il buon Montezemolo non sembra un cinico "padrone" interessato solo al conto economico, parla di sviluppo, di spazio ai giovani, di spirito di squadra. Nella trasmissione di Fazio non è mancato un accenno al suo impegno per Telethon. Ma non è questo il punto. Il punto è che questa italietta di Pulcinella e di Arlecchino servitor di due padroni , di Commendatori e Cavalieri non riesce ad uscire dalla dalla servile convinzione che l'unica soluzione per risolvere tutti i guai sia quella di trovare un buon padrone dal quale andare a servizio . E di "buoni padroni" si sta riempiendo l'orizzonte tra Luca Cordero che dice che non scenderà in politica perchè la moglie non lo lascia ma... intanto ci spiega l'Italia secondo lui , la sinistra completamente allo sfascio che discute con il proprio ombelico, padron Fini che si lecca il pelo lucido mentre aspetta sornione il momento buono e sullo sfondo la Marcegaglia che impartisce a tutti lezioni di federalismo...

domenica 14 novembre 2010

MONFALCONE E LA COMUNITA' BENGALESE: PAROLE, PAROLE, PAROLE......

C'è un pittoresco detto veneto che recita piu' o meno " mi rispondo de quel che te go ditto, no del quel c**** che te ga capido ti" . Frase emblematica per capire che la comunicazione non è mai una cosa semplice come sembra. In ogni messaggio che passa, specie tra persone, intervengono componenti diverse, diverse chiavi di lettura e di trasmissione, diversi livelli di interpretazione, senza contare l'aspetto cosiddetto "non verbale" che pure fa parte della comunicazione e che assume importanza diversa a seconda del grado di confidenza delle persone, del tipo di rapporto che hanno eccetera. Sono cose che chi fa determinati mestieri, tra i quali il politico, sa bene.Ma che qualche volta fingono di ignorare. In ogni messaggio che si trasmette c'è quello che si è detto, il modo nel quale lo si è detto, il perchè lo si è detto, il contesto nel quale passa il messaggio, quello che si voleva dire e quello che si voleva non dire, quello che non si è detto eccetera. Da parte di chi lo riceve c'è quello che si sente, quello che si capisce, quello che si vuole capire a seconda appunto del contesto e del perchè parte il messaggio- Un esempio che a me sembra lampante è la recente diatriba tra PD Monfalconese e la Comunità proveniente dal Bangladesh per voce del suo esponente piu' noto Mohammad Hossein Mukter , noto ai piu' con il nome di Mark- Il leader bengalese ha posto in evidenza la questione dei rapporti tra la sua comunità ed il Partito Democratico, lamentando promesse non mantenute in merito ad una posizione di rilievo all'interno del Partito da destinare allo stesso Mark, che sarebbe stata ventilata e poi "dimenticata" . Inoltre sarebbero state fatte altre promesse per migliorare la condizione della comunità asiatica, in seguito mai mantenute. Il centro sinistra smentisce, con affermazioni a mezzo stampa sia del segretario comunale del Pd, Paolo Fisenna,sia il presidente della Provincia di Gorizia, Enrico Gherghetta. Chi ha ragione? Probabilmente tutti : tipico caso nel quale la comunicazione non è stata chiara ed ognuno ha probabilmente capito quello che gli conveniva . Certo è che la comunità bengalese ha partecipato alle primarie , un evento singolare visto che poi magari non potevano votare alle politiche, e l'idea difficilmente puo' essere partita dalla comunità bengalese Quindi probabilmente vi era un tipo di interesse da parte del PD verso questa partecipazione, ed è verosimile che all'interno di queste comunicazioni la comunità bengalese abbia maturato la convinzione che vi fosse, all'interno di questo invito, l'idea di una partecipazione progressivamente piu' ampia alla vita politica , convinzione non smentita tempestivamente ed in modo accurato. Su questo punto andrebbe fatta una riflessione. Credo che sia logico che una comunità straniera che va a radicarsi in una comunità italiana , cerchi all'interno della stessa spazi di visibilità politica. E' percio' evidente che essa è sensibile ad ogni apertura provenga dalle formazioni politiche esistenti. Altrettanto evidente pero' è che questa comunità non abbia alcun interesse a costituire una massa di manovra al servizio di questa o quella formazione politica senza che da cio' possano derivare miglioramenti della propria condizione. Per cui mi sembra ragionevola pensare che la comunità guidata da Mark abbia avuto modo di maturare la convinzione di poter trovare a causa di questi invito alle primarie, un a certa disponibilità nel proseguo della attività politica. Credo sia molto difficile che dei politici esperti non abbiano compreso tutto questo, e rimane percio' difficile ( ma non impossibile) comprendere il motivo per il quale queste speranze non siano state subito smentite. Sino al punto di arrivare oggi a dire "mi rispondo de quel che te go ditto, no del quel c*** che te ga capido ti"
Frase che puo' andare bene se detta in un bar veneto davanti a un paio di ombre, molto meno bene se questa frase diventa emblematica di un certo modo di fare politica

mercoledì 10 novembre 2010

LA FIABA DELLA TAV PER I....NON ADDETTI AI LAVORI

E' notizia di queste ultime settimane, riportata oggi sul quotidiano " IL PICCOLO" cha la Comunità Europea ha deciso di prorogare i termini entro i quali l'Italia deve realizzare le opere necessarie per la realizzazione del famigerato CORRIDOIO V. ovvero la grande via di comunicazione che dovrebbe percorrere l'Europa da Est a Ovest, da Barcellona a Kiev.
Questa infrastruttura si propone di effettuare un collegamento fluido , privo di ostacoli e colli di bottiglia, idoneo allo scorrimento delle merci e del traffico passeggeri, senza problemi di cambi di scartamento o di tensione per i treni, eccetera tra un lato e l'altro del continente Europeo.
Insomma una grande via di comunicazione , che renda l'Europa un territorio sempre piu' omogeneo. Ma in Italia , questa via di comunicazione è stata da subito associata alla TAV, ovvero alla alta velocità ferroviaria . ed alla TAC , che significa alla Alta Capacità ( riferita alla capacità dei treni di trasportare merci) Ed Il fatto di fare correre treni ad alta velocità comporta raggi di curvatura del tracciato ferroviario molto ampi , mentre sia per la TAV che per la TAC si rdendono necessari limiti molto stretti in termini di pendenza ammissibili del tracciato. Questo, tradotto in soldoni, significa che le ferrovie ad Alta Velocità o Alta Capacità richiedono tracciati molto particolari, pieni di ponti , viadotti, gallerie nelle montagne eccetera che aiutino a moderare i dislivelli in misura molto maggiore di quanto accade per le ferrovie tradizionali- Inoltre il bisogno di ampi raggi di curvatura richiedono significativi scostamenti dai sedimi ferroviari già esistenti. Non a caso , questo tipo di infrastruttura , in Italia costa mediamente circa 40 milioni di euro al chilometro (non è un refuso tipografico, 40 milioni di euro , ottanta miliardi di vecchio conio per 1 km) contro i 10-12 milioni di Spagna e Francia) oltre a spaventose devastazioni del territorioBasti pensare che uno dei progetti sino ad ora ventilati per la tratta veneto -friulana di questa opera, comportava l'abbattimento di oltre 2000 (duemila) case. Questo costo spaventoso è dovuto a molti fattori, alcuni dei quali ipotizzati dal giudice Imposimato nel suo libro "Corruzione ad alta velocità ( che si possono immaginare) altri legati alle caratteristiche fisiche del territorio. La cosa importante da dire pero' è che da nessuna parte è stato scritto, dall'Europa intendo, che il Corridoio 5 debba essere per forza associato alla Alta Velocità ferroviaria . Infatti, nelle tratte di altri Paesi si parla del riutilizzo e/o ammodernamento di tratte ferroviarie esistenti, soprassedendo su TAV e TAC . Anche perchè vengono valutati attentamente costi e benefici . Nel documento "Relazione annuale d'attività 2009-2010 per il PP6 - asse ferroviario Lione Trieste Dovaca/Capodistria Divaca Lubiana Budapest Frontiera ucraina redatto dal Coordinatore europeo Laurens Jean BRINKHORST in agosto 2010 - link http://www.notav-valsangone.eu/documenti/PP6-IT-900.pdf evince chiaramente che negli altri Paesi interessati, il Corridoio 5 non assume necessariamente caratteristiche di TAVo TAC ed è quindi evidente che l'abbinamento Corridoio 5 a TAV e TAC non è come sostenuto dai nostri policanti, strategico, essenziale, ineluttabile ma che semplicemente è un business. Esiste una amplissima letteratura in materia per chi ha voglia di approfondire l'argomento, ma quello che mi preme sottolinera è la vastissima disinformazione che la politica sparge ad arte intorno a questa opera nel tentativo di frustrare i tentativi di chi difende il territorio e la nostra Economia da questo sfacelo. La proroga di due anni decisa dalla Comunità Europea per la erogazione di fondi comunitari per la progettazione dell'opera, sfata intanto il mito che altri Paesi tra cui Austria e Germania siano in corsa per scippare all'Italia la realizzazione della tratta ferroviaria: sono tutti ben contenti che il Paese dei Balocchi si sia preso l'incarico di questo grosso problema che nessun altro vuole. Questi contributi comunitari, tra l'altro. sono di circa 70 milini di euro, e basteranno a malapena a coprire una parte delle spese di progettazione . non serviranno a stendere un metro di binario, una traversina, o un solo chilo di cemento . Ma solo per i progetti. La TAV, ricordiamo, costa 40 milioni al chilometro . Per la sola galleria prevista nel Carso tra Ronchi e Trieste è stato preventivato un costo di circa 4,5 miliardi di euro. Una finanziaria. Ed è un preventivo naturalmente , che resterà scritto a matita per un tempo brevissimo: le opere pubbliche in Italia, si sa, lievitano velocemente. E poi il Carso è pieno di grotte e caverne grandi come cattedrali. non basterà fare un buco nella roccia, serviranno ponti e viadotti sotterranei, ci saranno fiumi da imbrigliare. Costi enormi. Ma vediamo uno dei punti piu' interessanti per capire il problema. Si parla dunque di TAV e TAC come fossero due espressioni linguistiche della stessa cosa. Ma in realtà sono due cose molto diverse E TRA LORO INCOMPATIBILI - l'Alta Velocità (TAV) prevede treni che corrono ad oltre 300 kmh per il trasporto di passeggeri. Normalmente serve per collegare tra loro grandi città molto distanti . Non ha senso per piccole percorrenze perchè i treni non riuscirebbero a raggiungere le alte velocità ovvero a frenare. Qui da noi non servirebbe a niente. Ma, ci dicono, in realtà serve per il trasporto merci. No. Per il trasporto merci serve la TAC , treni non veloci, ma di elevata capacità di carico. E sulla stessa tratta non possono correre treni superveloci e treni lenti molto pesanti( non lo dico io ma i tecnici specializzati ) Allora non si capisce perchè questa ambiguità: si vuola fare la TAV o la TAC? in realtà nessuna delle due serve, ma la TAV scatena la fantasia della gente che si vede volare da un posto all'altro in breve tempo, (senza pensare che il rapporto costi/benefici sarebbe devastante,) mentre il riferimento alla TAC serve a solleticare la fantasia per quanto riguarda il trasporto delle merci, togliendo i TIR dalle strade ma anche qui, il volume di merci in transito verso est è in calo e non bisognoso tanto di treni particolari quanto di logistica efficiente, di certezza di partenze ed arrivi eccetera. Percio', tanto per usare un linguaggio semplice, stiamo spendendo settanta milioni di euro di denaro pubblico per il progetto di un opera che non si sa ancora come deve essere fatta perchè non abbiamo deciso se TAv o TAC e perchè ma dobbiamo farlo entro il 31 dicembre 2010 perchè se no perdiamo i contributi comunitari. (la proroga di due anni ha delle condizioni) Come se una famiglia deidesse di spendere dei soldi (tanti) per fare fare al proprio geometra un progetto per costruire ... che cosa? mah , forse una casa, forse un condominio o magari invece un garage oppure un parcheggio o forse un muretto di recinzione non si sa bene insomma , bisogna fare un progetto e spendere i soldi poi si vedrà. Questa è la serietà della TAV. Un opera che , ammesso e non concesso veda mai la luce, verrà completata tra vent'anni (solo la galleria in Carso Ronchi/Trieste ha un tempo di realizzazione previsto di circa 15 anni) . Chi puo' essere cosi ingenuo da pensare che si possa definire strategica una opera che verrà finita (forse) tra vent'anni? Vent'anni fa o giu di li c'era ancora il muro di Berlino, il mondo era totalmente diverso , come sarà tra vent'anni? Razionalizzare l'esistente sarebbe molto piu' veloce, efficace ed economico. Ma, evidentemente non farebbe business. Vocabolo che non vuol dire finire una ferrovia ma soltanto iniziare i cantieri e spartirsi i soldi degli appalti. Poi, cattedrali nel deserto all'infinito, moda italiana decisamente evergreen.
Per chi interessa suggerisco il sito
http://www.ambientevalsusa.it/

lunedì 1 novembre 2010

I NUOVI BARBARI

Secondo lo storico Gibbon, autore della famosa opera "Decadenza e caduta dell'impero Romano"', l'Impero romano cadde sotto le invasioni barbariche, cito Wikipendia " a causa della perdita di senso civico da parte dei suoi sudditi.] Essi erano divenuti deboli, cedendo il compito di difendere i confini dell'impero a barbari mercenari che divennero così numerosi ed integrati nel tessuto della società da esser capaci di distruggere l'impero" In pratica, i cittadini romani cominciarono ad abdicare alla loro funzione di presidio del potere, permettendo dapprima l'arruolamento nel proprio esercito di barbari delle province piu' esterne, per compensare l'assottigliarsi di riserve derivante dalla progressiva disaffezione dei Cittadini Romani verso i doveri delle armi. Successivamente, il rilassamento del senso del dovere porto' alla comparsa di barbari anche nei quadri dell'esercito, e di li' inizio il cambiamento che porto' progressivamente all'alterazione degli equilibri di potere, sino a rendere in maniera progressiva ed insinuante l'Impero vulnerabile. L'analogia che secondo me vi si puo' trovare nella storia italiana recente , riguarda l'insieme degli avvenimenti che hanno portato a Tangentopoli ed alla fine della cosiddetta Prima repubblica. Dopo la seconda guerra mondiale, vi fu il problema della ristrutturazione delle strutture di governo in Italia. Ci fu il referendum istituzionale, l'esilio della famiglia reale, la Costituente e quindi la creazione della Repubblica. Il tutto sulle ceneri dell'Italia che era stata, sulle ceneri del fascismo , e su una base di convinzioni di sapere imparare dal passato. Vi erano probabilmente i presupposti per pensare di potere evitare in futuro gli errori del passato , ed alcuni di questi presupposti cono stati inseriti nella Costituzione della Repubblica. C'erano politici saggi ed autorevoli, all'ombra del Comitato di Liberazione Nazionale, c'era sopra di noil'occhio vigile degli Alleati,. Erano i tempi nei quali Alcide De gasperi , nel suo discorso alla conferenza di Pace del 1946 diceva "prendendo la parola in questo consesso mondiale sento che tutto, tranne la vostra personale cortesia, è contro di me.." il discorso di una Nazione che si umiliava davanti ai vincitori, dimostrando consapevolezza rispetto alle responsabilità del passato . Sembrava , all'indomani degli orrori della guerra e del fascismo, che fosse impossibile che ogni cittadino non rimanesse consapevole della importanza di vegliare sulla democrazia , che ciascuno non riflettesse ogni giorno sui valori che erano stati capaci di sconfiggere la tirannia per impedirne il ritorno. Tuttavia , la pochezza della memoria degli italiani non dovette aspettare molti anni per manifestarsi . IL tempo di una generazione. In questo probabilmente furono complici anche gli avvenimenti che portarono alla secretazione per molti anni della maggior parte delle responsabilità del regime in orrori ed eccidi, ivi compreso l'occultamento dei nomi di circa duemila ufficiali italiani indicati come criminali di guerra in quello che negli anni novanta è divenuto famoso come "L'Armadio della Vergogna" descritto da Franco Giustolisi nel libro omonimo.
Comunque sia, in breve gli Italiani forse ad onor del vero mai stati avezzi ai doveri della democrazia , che comprendono principalmente la partecipazione ed il controllo, hanno cominciato a delegare , a ricordare i doveri della democrazia solo al momento del voto che nel tempo è mutato da diritto importantissimo a dovere noioso. Di qui l'insinuarsi di personaggi e l'insorgere di pratiche di potere che hanno progressivamente portato ad un sistema partitico di controllo del Paese, quasi la costituzione di un potere parallelo , fondato sulla corruzione , poi scoperchiato dalle inchieste della magistratura passate alla storia come Tangentopoli. Dalla creazione della Repubblica sulle ceneri di un olocausto, alla scoperta che il potere democratico costruito con sangue sudore e lacrime è marcio nelle fondamenta nel breve volgere di meno di cinquant'anni (1948 la costituzione, 1992 Tangentopoli) . Con questo episodio viene profondamente scossa la fiducia nelle Istituzioni , ma viene anche in qualche modo sdoganata la tendenza italiana all'arte di arrangiarsi (solo una minima parte dei corrotti e corruttori verrà infatti condannata) ed ha buon gioco chi propone di cambiare le regole su una base emotiva , proponendo soluzioni eche in qualche modo appaiono alternative . E' il 1994, l'anno della "discesa in campo" di Berlusconi, discesa sui motivi della quale tutte le ipotesi sono buone ma che di fatto appare come una invasione barbarica. Ecco, nelle pieghe della democrazia italiana, per ignavia e pigrizia dei Cittadini si sono insinuati i barbari, personaggi disposto ad occuparsi di cio' dei quali i cittadini ' non hanno tempo e voglia di occuparsi, ovvero un tempo l'esercito ed oggi la politica. Cosi' come gli Unni ed i Visigoti calarono in Italia (complice la progressiva inefficienza dell'imbarbarito esercito romano) distruggendo tutto quello che non potevano portare via o semplicemente tutto quello che non riuscivano a comprendere) , allo stesso modo nelle strutture dello Stato si sono dapprima insinuati personaggi disposti a distruggerne la struttura portante pur di arricchirsi, poi successivamente sono comparsi personaggi desiderosi di prendere il potere senza averne la esperienza, senza averne la coscienza, sedendo sul trono come farebbe un barbaro, idealmente disposto ad usare preziosi broccati per pulirsi il naso, a bruciare nel camino un prezioso mobile per riscaldarsi, a tappare un vetro rotto con un quadro di Leonardo non per disprezzo ma semplicemente perchè non ne comprende il valore. Nel caso dei nuovi barbari essi non distruggono banalmente mobili o quadri, ma distruggono con una tragica analogia il valore delle istituzioni, donando ministeri e prebende a fanciulle compiacenti, mescolando alte cariche dello stato con squallide storie di basso ventre , utilizzando i palazzi del potere come squallide alcove e comunque per scopi privati, ed allo stesso modo utilizzando le dimore private per scopi istituzionali, mescolando potere e vita privata in un modo che distrugge la autorevolezza delle istituzioni e delle persone , Sono i nuovi barbari che dispongono di qualsiasi cosa a loro capriccio e nei limiti della loro limitata comprensione, senza rispetto, senza sacralità , senza prospettive per il futuro, senza proporzione alcuna tra il danno causato ed il beneficio che di questo danno a loro deriva, come un ladro che fa esplodere un bancomate e con esso tutto il palazzo per prendere pochi spiccioli.
Com'è lontana l'austera e dimessa autorevolezza di De Gasperi....